Salvate la Piramide, l’osservatorio scientifico sull’Everest, eccellenza italiana, sta morendo
Capita, a volte, di imbattersi in luoghi nuovi, sconosciuti, che colpiscono per la loro bellezza ma non vengono riconosciuti come dovrebbero. Un esempio concreto è quello sollevato da Giancarlo Bettaglio, di Cornaredo (provincia di Milano). Il trekking come occasione per conoscere un'eccellenza della zona: il Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide Ev-K2-CNR, posto a 5051 metri, in alta quota. Una struttura fortemente voluta da Ardito Desio, esploratore e geologo italiano scomparso nel 2001, quartier generale della ricerca scientifica. Battaglio, membro del CAI Geam di Cornaredo, racconta di essersi imbattuto nella struttura durante una sessione di trekking in Nepal, con partenza da Luckla e arrivo al Campo Base dell'Everest.
La struttura, ancora sconosciuta a molti, si erge a forma di piramide ed è realizzata con pannelli fotovoltaici. Offre un'insostituibile opportunità per lo studio dei cambiamenti climatici e ambientali. Dalla medicina, alla fisiologia umana, dalla geologia alla geofisica. "La sua posizione – spiega Bettaglio – è particolarmente favorevole perché permette di approfondire la ‘risposta' dell'uomo e degli animali alle diverse condizioni di altitudine, ma è anche un punto di snodo per lo studio delle condizioni climatiche e dell'attuale stato di inquinamento". Nel tempo, l'Osservatorio internazionale situato ai piedi dell'Everest, è stato crocevia di scienziati e di studiosi provenienti da tutto il mondo, che "a turno – continua Giancarlo – hanno soggiornato all'interno della struttura per approfondire i loro studi ad alta quota". Il Laboratorio, tra l'altro, era sopravvissuto al terremoto in Nepal, quando nel 2015 era stato sfiorato dalla valanga sull'Everest, proprio mentre al suo interno si trovavano quindici ricercatori (dodici nepalesi e tre francesi).
Il Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide Ev-K2-CNR, nonostante la presenza di studiosi da tutto il mondo, resta un'eccellenza tutta italiana. Ma nelle parole di Giancarlo Bettaglio c'è anche un filo di rammarico. "Purtroppo – spiega – il Governo italiano ha smesso di finanziare questa risorsa di primaria importanza. Quando l'abbiamo visitata, lasciando una somma di cinquecento euro per aiutarla a sopravvivere, abbiamo parlato con un tecnico (di origine indiana) che per far fronte alla carenza di fondi della struttura dorme su un materasso accampato all'interno della piramide. L'Osservatorio ‘sopravvive' grazie a finanziamenti privati e alle offerte dei visitatori stranieri. Il tecnico che ci ha accolti durante la nostra visita ci ha spiegato che le ricerche, ora, sono limitate. Si cerca di andare avanti con i pochi fondi che si hanno". Bettaglio auspica che il Governo ricominci a considerare la struttura ai piedi dell'Everest un'eccellenza in cui investire. "La speranza – conclude – è che si torni a credere in questa risorsa unica nel suo genere. Anche perché, volendo vedere, la misura e le rilevazioni dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici hanno dei benefici concreti anche sulle prospettive future. Ma ora, questa zona privilegiata ma limitata nei fondi, sta rischiando di morire".