Salva grazie a trapianto di fegato, 21enne operata alle Molinette di Torino: “Eseguito con tecnica innovativa”

Una ragazza di 21 anni, Sara Beatrice Chiampo, è stata salvata all'ospedale Molinette di Torino grazie ad un trapianto di fegato eseguito con una tecnica totalmente extra-anatomica "mai utilizzata prima".
Il nuovo fegato è stato infatti collegato al corpo in modo diverso dal solito perché, come è stato spiegato dall'ospedale, i tre "canali" principali a cui normalmente viene unito il fegato (vena porta, arteria epatica e via biliare) non erano più utilizzabili.
L'operazione, durata circa 14 ore, è stata condotta da Renato Romagnoli con la sua équipe, insieme agli anestesisti dell'Anestesia e Rianimazione 2 e ai cardiochirurghi e tecnici perfusionisti della Cardiochirurgia.
La storia della 21enne Sara Beatrice Chiampo
La ragazza è nata con una grave malformazione denominata "atresia delle vie biliari". A meno di 6 mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette di Torino.
Dopo un buon inizio si era però verificata una complicazione: un blocco della vena porta. Un tentativo di correggere il problema chirurgicamente all'età di un anno non aveva avuto successo, ma fortunatamente il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza bene da permetterle di crescere.
Purtroppo, durante l'adolescenza la ragazza ha cominciato ad avere infezioni biliari ricorrenti al fegato trapiantato che nel tempo hanno portato ad una forma di cirrosi, un grave deterioramento dell'organo.
Era stata quindi inserita in lista d'attesa per un secondo trapianto, all'interno del programma nazionale pediatrico gestito dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt) di Roma.
Il peggioramento delle condizioni e l'intervento alle Molinette
Negli ultimi mesi però le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Questo ha spinto gli specialisti della Terapia Intensiva Epatologica a segnalare l'urgenza della situazione, così il Cnt ha proposto un fegato compatibile, donato da un ragazzo deceduto per trauma in un'altra regione.
Durante l’intervento i medici non hanno trovato i normali punti di collegamento per il nuovo fegato, quindi hanno collegato l’aorta addominale all’arteria del nuovo organo e, con la “trasposizione cavo-portale”, la vena cava inferiore alla vena porta del fegato trapiantato.
L'organo ha iniziato a funzionare subito e la via biliare è stata collegata direttamente all’intestino. Questa scelta è stata possibile grazie alla presenza di vie alternative che si erano formate nel tempo nel corpo della ragazza.
In una fase delicata è stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea che sostituisse temporaneamente la circolazione del sangue. Dopo cinque giorni in terapia intensiva in Rianimazione, la ragazza ora sta bene ed è in fase di recupero.