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Salta l’emendamento sulla cannabis light: “Schiaffo a 12 mila famiglie e all’agricoltura”

L’emendamento che avrebbe finalmente reso libera e legale la cannabis light, è stato dichiarato inammissibile dalla presidente del Senato Casellati, gettando il settore nel panico. Ora l’unica possibilità è che si torni a discutere in aula della modifica alla legge sulla canapa industriale per eliminare il vuoto normativo e favorire le piccole aziende di settore.
A cura di Mario Catania
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Tanto hanno tuonato i proibizionisti, che alla fine l'emendamento è saltato. E' successo questa mattina quando è stato dichiarato inammissibile dalla presidente Casellati, scatenando la bagarre in aula.

La decisione è stata infatti accolta dagli applausi scroscianti e dalle urla partiti dai banchi del centro-destra.

"E' uno schiaffo in faccia a 12mila famiglie e all'agricoltura italiana e per questo vi chiedo di vergognarvi", ha sottolineato il senatore Matteo Mantero, che aveva firmato il provvedimento e che fa riferimento all'indotto del mercato della cannabis light. Poi, rivolgendosi alla presiedete del Senato Casellati, ha chiesto "di dimostrare che la sua scelta sia scevra da qualsiasi pressione politica e di voler mettere in calendario alla prima seduta utile la richiesta d'urgenza sottoscritta da 50 senatori per lavorare alla modifica della legge sulla canapa industriale, richiesta che io ho presentato a luglio. Chiedo l'impegno di metterla a votazione alla prima seduta utile per dare la speranza a questi agricoltori". La Casellati ha replicato spiegando che si è trattato di un decisione meramente "tecnica".

Secondo l'avvocato Giacomo Bulleri, esperto di settore: “E’ una valutazione politica e non tecnica, in quanto l’emendamento era conforme alle esigenze produttive e industriali dello stato, rappresenta uno strappo istituzionale”. Il riferimento è al fatto che avrebbe modificato la legge sulla canapa industriale, una legge prettamente agricola, stabilendo che si possono commercializzati i fiori, che si possono usare tutte le parti della pianta e che il contenuto di THC possa essere al massimo dello 0,5%.

Ore le attività commerciali di migliaia di persone, con un indotto potenziale di decine di milioni di euro, restano di nuovo in balia di questo vuoto normativo, e la flebile speranza che aveva animato il settore in vista di questa norma, lascia lo spazio alla desolazione per una politica che non riesce a lavorare nell'interesse dei cittadini e del paese, ma rimane ostaggio di una percezione falsata di questo vegetale, che è innanzitutto una risorsa.

"Siamo praticamente al Medioevo", ha commentato uno sconsolato Matteo Mantero raggiunto telefonicamente da Fanpage, sottolineando che: "questo pregiudizio è molto più grande di quello che pensavo, se arriviamo addirittura a bloccare un emendamento approvato sulla canapa industriale".

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