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Salamino richiamato dal commercio per rischio listeria: marchio e lotto interessati

Il prodotto indicato è stato già richiamato da negozi e supermercati ma per chi avesse già acquistato il salamino interessato dall’avviso l’avvertenza è quella di non consumarlo e riconsegnarlo al punto vendita dove è stato acquistato.
A cura di Antonio Palma
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Un lotto di salamino di suino è stato richiamato dai banchi di negozi e supermercati per un rischio microbiologico per i consumatori dovuto alla possibile presenza di listeria nelle carni. Lo ha annunciato il Ministero della salute attraverso il proprio portale dedicato agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori.

L’alimento interessato dal richiamo è il salamino p.s. (puro suino), prodotto e venduto a marchio “Salumificio Colle di Val D’Elsa” in pezzi da 450 grammi ciascuno. Il salamino è prodotto dall’azienda “G.A. prodotti toscani srl” nel proprio stabilimento di Colle di Val d'Elsa, in provincia di Siena. Il lotto interessato dal richiamo è quello con il numero L. 00000115 e sono coinvolte tutte le scadenze associate al lotto.

Come spiega l’avviso di richiamo, datato 6 marzo e pubblicato il 7 marzo sul sito web del Ministero della salute, il richiamo del salamino è stato disposto in via precauzione dallo stesso produttore per una sospetta presenza di Listeria monocytogenes nelle carni usate per l’insaccato.

Il prodotto indicato è stato già richiamato dai negozi ma per chi avesse già acquistato il salamino con il lotto sopra indicato, l’avvertenza è quella di non consumarlo e riconsegnarlo al punto vendita dove è stato acquistato.

Il batterio Listeria monocytogenes può provocare la listeriosi, un’infezione generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti. La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione e nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie.

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