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Salami, pancetta e culatello: via all’export negli Stati Uniti (VIDEO)

Dopo quindici anni cade il divieto per i salumi a bassa stagionatura di esportazione negli Usa. La Confederazione italiana agricoltori: “Si apre un mercato enorme per le eccellenze italiane”.
A cura di Redazione
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Quindici anni di trattative ma alla fine l'Italia l'ha spuntata: da domani, 28 maggio, anche i salumi nostrani a bassa stagionatura (ovvero al di sotto dei 14 mesi) potranno essere esportati negli Stati Uniti. Per salami, pancette, coppe e culatelli si apre quindi un'opportunita' senza precedenti, visto che gli Usa rappresentano un mercato di sbocco fondamentale per il "made in Italy" agroalimentare con un incremento delle vendite dell'11 per cento nel 2012. Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori (Cia), commentando in una nota la decisione delle autorità americane di aprire le frontiere a un altro pezzo importante della nostra zootecnia. Grazie anche all'importante lavoro svolto da Assica in questi anni -ricorda la Cia- l'Aphis (l'ufficio del Dipartimento dell'Agricoltura Usa con poteri di controllo e di tutela in materia di allevamenti) ha riconosciuto a pieno titolo l'indennità sanitaria di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Trento e Bolzano dalla malattia vescicolare del suino e ha quindi liberalizzato la commercializzazione dei salumi a breve stagionatura, eliminando le cosiddette "barriere non tariffarie" all'entrata di questi prodotti nel Paese a stelle e strisce.

"Da domani – sottolinea la confederazione – salami e coppe si andranno ad aggiungere agli altri salumi nazionali che già sono ben radicati oltreoceano: l'export di prosciutti crudi, cotti, speck e mortadelle ‘made in Italy' negli Stati Uniti, infatti, vale oltre 68 milioni di euro l'anno a quota 5.890 tonnellate. Ora l'ampliamento della gamma dei salumi esportati in Usa, con il via libera ai prodotti a bassa stagionatura, avrà nuove ricadute economiche: già nel 2014, secondo elaborazioni Assica, il fatturato legato alle vendite dei nostri salumi sul mercato americano potrebbe crescere fino a sfiorare gli 80 milioni di euro. Con un aumento percentuale superiore al 17%.

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