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Sacrifici umani su un barcone diretto a Lampedusa? La procura di Agrigento apre un’inchiesta

La procura di Agrigento sta indagando su presunti “sacrifici umani” che sarebbero stati effettuati da alcuni scafisti in viaggio verso Lampedusa. I fatti risalirebbero allo scorso 1° marzo.
A cura di Alfonso Biondi
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Profughi

Tra superstizione e realtà. La procura di Agrigento ha avviato un'inchiesta per omicidio plurimo a seguito delle dichiarazioni rilasciate da un ragazzo ghanese di 16 anni, giunto a Lampedusa il 1° maggio insieme ad altre 460 persone. Al momento la procura sta raccogliendo informazioni, ma il fascicolo è contro ignoti. Il sedicenne sostiene che 6 scafisti nigeriani avrebbero gettato in mare 5 profughi di nazionalità ghanese che si trovavano a bordo del barcone partito dalla Libia alla volta dell'Italia.

Appena messo piede a Lampedusa, il ragazzo, fratello di una delle persone gettare in mare, ha messo immediatamente al corrente dell'accaduto i volontari dell'associazione Save the Children , spiegando loro come sarebbero andati i fatti: "Eravamo in viaggio da due giorni, il mare si stava ingrossando e un gruppo di nigeriani ha deciso che l'unico modo per far tornare il tempo buono era quello di sacrificare qualcuno di noi". Il giovane parla di veri e propri sacrifici umani "per placare l'ira degli spiriti" e far di conseguenza calmare le acque. Ma la sua storia non finisce qui. Il suo racconto parla anche di alcuni stupri che avrebbero commesso gli scafisti nigeriani ai danni di donne che si trovavano sul barcone.

Al momento la procura sta indagando, ma la situazione appare molto complessa. In primo luogo perché, qualora la ricostruzione del ragazzo corrispondesse al vero, i reati in questione sarebbero avvenuti in acque internazionali e in ogni caso sarebbero stati commessi da stranieri ai danni di stranieri. In secondo luogo perché capire quello che è accaduto sul barcone è impresa molto ardua. Le ricostruzioni dell'accaduto, infatti, sono molto confuse, nonostante alcuni immigrati che erano presenti sul barcone abbiano confermato la versione del ragazzo.

Quello che è al momento si può dire con certezza, stando alle ricostruzioni dei profughi, è che almeno una persona in mare ci finì davvero e che a seguito dell'accaduto sul barcone scoppiò una rissa. Da quel barcone che il 1° maggio giunse a Lampedusa, infatti, scesero 4 immigrati con evidenti traumi al volto, segno di una recente colluttazione. Gli immigrati riferirono ai medici presenti sul molo che la rissa scoppiò perché c'era un uomo in acqua, ma le loro versioni al riguardo sono controverse: c'è chi dice che fu gettato in mare perché portava jella; chi, invece, dice che fu il giovane a buttarsi in mare di sua spontanea volontà. Il quadro resta abbastanza complesso e toccherà agli inquirenti cercare di venirne a capo il prima possibile.

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