Sabri, morto come Luana D’Orazio, condanne con patteggiamento. Il padre: “Questa non è giustizia”
Il gup del Tribunale di Pistoia ha accolto le proposte di patteggiamento per la morte di Sabri Jaballah, l’operaio di 22 anni vittima di un infortunio sul lavoro all’interno della fabbrica Millefili di Montale nel febbraio 2021. Il giovane venne letteralmente inghiottito dal macchinario che stava impiegando, secondo una dinamica simile a quella che pochi mesi dopo avrebbe determinato la morte di un'altra giovanissima operaia, Luana D'Orazio.
Gli imprenditori, dirigenti e responsabili di produzione della Millefili, rinviati a giudizio per cooperazione in omicidio colposo e concorso nella rimozione od omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, hanno patteggiato pene comprese tra 1 anno e 6 mesi e un anno e 10 mesi, con sospensione condizionale.
In particolare Gabriele Galli è stato condannato a un anno e 8 mesi; Fabio Faggi e Alessandro Reali hanno patteggiato entrambi 1 anno e 10 mesi; 1 anno e sei mesi la pena inflitta ad Andrea Rosati. Il Tribunale ha inoltre condannato la società al pagamento di una sanzione amministrativa di 85mila euro per la violazione di norme specifiche sulla sicurezza sul lavoro.
In tribunale non si sono presentati i familiari del giovane operaio; la posizione dei genitori, dei fratelli, cugini e zii è stata rappresentata dall'avvocato Cristiano Giovannelli. I familiari hanno ottenuto il risarcimento dall'azienda.
Le indagini sulla morte di Sabri Jaballah sono state coordinate dal procuratore aggiunto Chiara Contesini: oltre 8mila pagine di documentazione per ricostruire dettagliatamente la drammatica morte del giovane operaio. Gli accertamenti tecnici, svolti dal consulente incaricato, fecero luce sugli ultimi attimi di vita del 22enne: Sabri stava pulendo il macchinario quando sarebbe rimasto incastrato nel rullo cilindrico; l’assenza di sistemi di sicurezza ne avrebbe causato poi lo stritolamento.
Per questo la pena inflitta ai quattro imputati è stata giudicata troppo lieve dai familiari del ragazzo. I capi dell’azienda non si sono mai scusati con noi, nessuno di loro ha preso il telefono per farci neppure le condoglianze. Non mi hanno neppure avvisato quando è morto: hanno mandato altri operai a dircelo", ha detto a Repubblica il padre di Sabri. "Hanno ammazzato mio figlio, aveva solo 22 anni. Era un’apprendista nella fabbrica. E adesso i responsabili sono stati condannati appena a un anno di pena. Ditemi voi se tutto questo è giustizia".