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Sabato i funerali di Bea, la “bambina di pietra” che poteva muovere solo gli occhi

La piccola è morta ieri sera: era affetta da una rarissima patologia che le impediva di muovere le articolazioni.
A cura di D. F.
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Verranno celebrati sabato 17 febbraio i funerali della piccola Beatrice Naso, la "bambina di pietra" morta ieri nell'ospedale Regina Margherita. La piccola era affetta da una patologia così rara e misteriosa che neppure i medici erano riusciti a darle un nome: da quando aveva solo 7 mesi, infatti, le articolazioni del suo corpo hanno cominciato ad irrigidirsi fino a calcificarsi del tutto costringendola alla più totale immobilità: "La malattia progredisce, sappiamo bene che cosa l’aspetta e ci aspetta – ripeteva consapevole la mamma, Stefania Fiorentino, prima di morire nell'agosto scorso -: prima o poi Bea si irrigidirà completamente e i polmoni non la faranno più respirare".  La situazione effettivamente si è aggravata nei giorni scorsi, prima del ricovero in ospedale e del decesso.

Della patologia che aveva colpito Beatrice si erano interessati medici di tutto il mondo, alla ricerca di spiegazioni sulle ragioni per cui le sue articolazioni si erano calcificate e la piccola riuscisse a muovere agevolmente solo gli occhi. Le condizioni di Bea si erano aggravate alcuni giorni fa. La bimba – di soli sette anni – era ricoverata nel reparti di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita, sedata per volere della famiglia affinché non potesse soffrire. "I suoi polmoni sono compromessi", scriveva ieri la zia. Capitava sovente che le sue crisi respiratorie fossero più gravi del solito e la bimba – che per la sua patologia non poteva nemmeno essere intubata – venisse ricoverata.

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Lo scorso agosto un cancro  aveva strappato a Bea sua madre, Stefania Fiorentino, 35 anni, che per starle sempre accanto aveva lasciato il lavoro dopo che la malattia si era manifestata in tutta la sua violenza, e con le prime gravi conseguenze: al funerale avevano partecipato 600 persone, fra cui molte persone che avevano letto di Bea sui giornali e sui social.

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