Il generale Chiapperini spiega che guerra vuole Putin e cosa c’entrano le armi nucleari
Vladimir Putin non si è fermato. Dopo aver riconosciuto l'indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk il Cremlino aveva inviato colonne di mezzi militari: si sarebbe dovuto trattare, secondo Mosca, di una missione di "peacekeeping" per impedire la pulizia etnica dei cittadini filorussi. In molti si erano augurati che il leader russo non andasse oltre, ma la scorsa notte l'operazione su "vasca scala" più volte evocata da Ucraina, Stati Uniti ed Unione Europea ha avuto inizio. Kiev ed altre importanti città sono state bombardate, si conterebbero già decine di morti e feriti; il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleb ha parlato di un'"invasione" mentre Putin ha spiegato di voler "solo" smilitarizzare l'Ucraina, senza occuparne il territorio né "imporre niente a nessuno" (qualunque cosa significhi). Quali sono le ragioni dell'attacco russo? E quali saranno le conseguenze sul medio e lungo periodo? Fanpage.it ne ha parlato con il generale di Corpo d'Armata Luigi Chiapperini, già Comandante del contingente multinazionale NATO in Afghanistan tra il 2012 e il 2013, Vice Capo del III Reparto delle Aree Pianificazione Generale e Direzione Strategica / Politica delle Alleanze presso lo Stato Maggiore Difesa, Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, presidente dei lagunari dell’ALTA e collaboratore del Campus universitario CIELS di Padova.
Generale, dal punto di vista strategico come si spiega la mossa di Putin?
Il presidente Putin lo ha spiegato stanotte. Intenderebbe "smilitarizzare" l’Ucraina, Paese in passato parte integrante ed importante dell’URSS che negli ultimi anni si è avvicinato agli USA e alla NATO. Ciò per la Russia è inaccettabile. La situazione è molto fluida e cambia in continuazione e anche per questo diventa impossibile "spiegare" l’offensiva russa in corso stando seduti su una poltrona e basandosi solo sulle scarse e confuse notizie che arrivano dai media. Si può peraltro azzardare una possibile lettura di quegli attacchi lontani dalla linea del fronte.
A cosa si riferisce, in particolare?
Mi riferisco alle esplosioni nei pressi della capitale ucraina e di altre città come Odessa e Dnipro. Sono verosimilmente attacchi aerei e missilistici su obiettivi chiave. Non è detto che siano azioni preliminari di una più complessa azione terrestre russa volta ad occupare l’intera Ucraina. Potrebbero invece essere operazioni cosiddette in profondità (deep operations) volte a disarticolare i sistemi di comando, controllo, comunicazioni e informazioni e a ridurre la capacità operativa di assetti essenzialmente militari che si trovano distanti dalla linea di contatto delle truppe ma che possono influire sulla loro efficacia. Mi riferisco quindi ad attacchi contro forze aeree (aeroporti) e basi logistiche oltre che, ove necessari, ad infrastrutture strategiche come ad esempio strade e ferrovie che vanno sottratte alla disponibilità dell’avversario per non consentirgli di muovere forze per linee interne. Anche i possibili ingressi di forze russe in territorio ucraino possono essere sia azioni preliminari di una offensiva generalizzata volta a conquistare l’intero territorio ucraino (speriamo di no e comunque poco probabile al momento) che azioni complementari e sussidiarie (e quindi limitate nello spazio e nel tempo) volte a drenare forze ucraine da quello che dovrebbe essere lo sforzo principale che al momento sembra ancora interessare il Donbass e tutta l’area sud che si affaccia sul Mar Nero. Qui, tra l’altro, potrebbero essere effettuate operazioni anfibie con sbarco di uomini e mezzi lungo le coste del sud della nazione. Sembrerebbe quasi che la Russia voglia tendere a realizzare una continuità territoriale sotto il suo controllo che dal Donbass giunga ad Odessa passando per la Crimea. In pratica, l’Ucraina diventerebbe una enclave terrestre, senza sbocchi in mare. Questa potrebbe essere la linea di azione russa più pericolosa per l’Ucraina.
Che tipo di resistenza potrà realisticamente mettere in campo l’Ucraina?
La resistenza che può mettere in campo l’Ucraina è, considerata la situazione del momento, essenzialmente di due tipi: terrestre, volta a rallentare l’eventuale penetrazione delle forze corazzate russe, e contro aerea e contro missilistica per limitare i danni alle infrastrutture di cui abbiamo parlato. In entrambi i casi le forze in campo appaiono sbilanciate, ne parlavamo ieri. I mezzi da combattimento terrestre ucraini risultano di una certa consistenza e della stessa tipologia di base rispetto a quelli russi, ma questi ultimi sono, sia in termini di mobilità e potenza di fuoco che numericamente, molto superiori. Anche la contraerea ucraina può essere letale ma probabilmente non decisiva ed è difficile che riesca a contrastare efficacemente gli attacchi aerei e missilistici russi. I più avanzati sistemi sono gli S-300, ottimi sistemi d’arma ma ormai superati che quindi potrebbero infliggere qualche perdita ai russi ma non saranno verosimilmente in grado di fermarne gli attacchi (anche perché i russi conoscono molto bene quei sistemi).
Che tipologia di armamenti impiegherà la Russia? Verranno utilizzate anche armi tattiche nucleari?
Non è al momento ipotizzabile l’impiego di armi tattiche nucleari, non conviene a nessuno. Sarebbe da folli.
È possibile prevedere cosa farà adesso la NATO?
La NATO si trova probabilmente in un momento di difficoltà. Da una parte vorrebbe aiutare l’Ucraina, dall’altro non essendo quel paese membro dell’alleanza la cosa risulta molto complessa. Comunque l’aiuto può venire da singole nazioni che potrebbero, come tra l’altro già fatto, fornire qualche sistema d’arma all’Ucraina, essenzialmente contraerei e controcarri. La NATO invece potrebbe rinforzare la sua presenza nei paesi confinanti e già membri dell’alleanza, schierando più truppe in particolare nei paesi baltici e negli altri ex Patto di Varsavia (tecnicamente Enanched forward presence), azione legittima che però la Russia vede come il fumo negli occhi.
Il conflitto rischia di estendersi in altri Paesi europei?
Al momento è uno scenario veramente poco probabile ma nessuno ha la palla di vetro e la situazione è veramente molto fluida. Mi sento solo di rivolgermi a tutti coloro i quali negli anni scorsi hanno chiuso gli occhi considerando la guerra con i suoi carri armati, i soldati e le bombe un qualcosa da non trattare perché non più ipotizzabile specialmente sul territorio europeo. Ebbene, la notizia di oggi è che i carri armati esistono ancora, i dittatori continuano a far scoppiare guerre e se si vuole avere voce in capitolo e difendere i propri valori, bisogna obtorto collo coltivare una cultura della difesa seria anche nel nostro Bel Paese.