Rugbista e volontario, Maxime Mbandà nominato Cavaliere al merito: “Non ci credo”
“Per me è assolutamente un onore, sono ancora incredulo”. C'è Maxime Mbandà, campione della nazionale azzurra di rugby e terza linea delle Zebre di Parma, tra i nuovi Cavalieri al merito della Repubblica annunciati il 2 giugno da Codogno, dal presidente Sergio Mattarella. “Lo ringrazio davvero e dedico questo riconoscimento ai miei genitori -racconta a Fanpage.it Mbandà-, fondamentali per la mia formazione come persona: grazie ai loro insegnamenti e ai loro consigli sono fiero di essere la persona che sono. E spero in futuro di poter trasmettere gli stessi valori ai miei figli”.
Nato 27 anni fa a Roma da madre campana e papà congolese, Maxime Mbandà è cresciuto a Milano ed è in forza nella franchigia di rugby con sede a Parma, impegnata (fino allo stop causa pandemia) nel campionato Guinnes Pro 14, insieme alla Benetton Treviso e formazioni scozzesi, irlandesi, sudafricane e gallesi. Lo scorso novembre, l'atleta azzurro, alla vigilia di una importante gara proprio con la nazionale, era stato vittima di insulti razzisti per le vie di Milano, denunciano l'accaduto con un duro post sui social, che ha subito fatto il giro del Paese e non solo. Tantissimi, da ogni latitudine, hanno infatti espresso vicinanza e solidarietà a Mbandà dopo quell'episodio, denunciando ogni forma di razzismo. “Non mi sono sentito un attimo solo” aveva raccontato sempre a Fanpage.it in quell'occasione, prima di tornare davanti alle stesse telecamere a distanza di pochi mesi.
Appena l'epidemia di Covid-19 si è abbattuta fortemente anche sull'Emilia-Romagna, senza risparmiare minimamente il territorio di Parma, Maxime si è infatti rimboccato le maniche diventando un volontario della Croce Gialla, prima per portare farmaci a casa degli anziani, poi per il trasporto di persone malate da un ospedale a un altro. Proprio per questo suo impegno, continuato anche col ritorno degli allenamenti delle Zebre, il Presidente della Repubblica ha scelto anche Mbandà fra i nuovi Cavalieri. “Non mi piace prendere tutti i meriti, anzi: nella mia associazione -chiarisce il 27enne rugbista- ci sono volontari che svolgono servizio con il cuore da anni, così come nel resto dell'Italia e in tutto il mondo. Come nel rugby, dove la condivisione è una prerogativa anche quando si vince una partita, anche in questo caso i meriti sono di tutto il gruppo. Sono quindi contentissimo -continua- di poter condividere questo riconoscimento con tutte quelle persone che cercano di dare una mano in questo periodo e non solo”.
“Ho saputo della nomina stamattina, mentre mi allenavo -racconta ancora Maxime-. All'inizio pensavo fosse uno scherzo. Non so se ne sono degno, non sono perfetto, ho commesso e continuerò di sicuro a commettere degli errori, però quello che sto cercando di trasmettere, soprattutto ai giovani, è proprio che si può sempre rimediare. Magari facendo del bene: ci sono un sacco di associazioni di volontariato che hanno bisogno di persone non soltanto durante questa emergenza. Bastano piccoli investimenti di tempo per aiutare la propria comunità -conclude Mbandà-. A me questa esperienza sta lasciando emozioni fantastiche, mi pento di non aver iniziato prima. E come promesso, non ho intenzione di smettere”.