Rudy Guede, maltrattamenti alla ex compagna: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento
Rudy Guede, il 36enne ivoriano condannato per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto l'1 novembre del 2007 a Perugia, torna al centro delle cronache. Stando a quanto ha appreso l'Adnkronos, il giovane dovrebbe rispondere di maltrattamenti, violenza e lesioni personali nei confronti della ex compagna 23enne.
Uscito dal carcere a giugno scorso, dopo 13 anni di detenzione tra semilibertà e una collaborazione nel Centro studi criminologici di Viterbo, Rudy Guede è stato raggiunto questa mattina dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento a 500 metri dalla ex compagna e braccialetto elettronico. Il provvedimento, eseguito dagli agenti della Squadra Mobile, è stato emesso dal procuratore di Viterbo Paolo Auriemma.
"Dalle indagini era emerso che Guede, in alcune occasioni, aveva avuto un po' le mani lunghe con le ragazze, circostanza che non incise più di tanto sulla vicenda. Certo, quello che lo coinvolge oggi, che non conosco così bene, e il delitto di Meredetih Kercher sono episodi differenti, ma la circostanza fa pensare", ha commentato all'AGI Giuliano Mignini, ex magistrato che ha condotto le indagini sul delitto della studentessa inglese.
Il 36enne, che oggi vive a Viterbo, circa tre settimane fa aveva presentato il suo libro intitolato Il beneficio del dubbio. La mia storia nel quale ha raccontato la sua esperienza in carcere dopo la sentenza Kercher e in cui si è definito un "condannato impossibile" perché i giudici, pur affermando che non fu lui a uccidere la studentessa inglese, lo condannarono per il delitto "in concorso", senza tuttavia mai trovare un altro colpevole.
"Io so che c'è stato un errore giudiziario – ha raccontato Guede nel libro -. Non ho mai negato la mia presenza in quella casa quella notte, ma non ho mai provato a uccidere Meredith. Ho provato a soccorrerla, questa cosa è agli atti. Sono l'unico condannato, anche se è stato riconosciuto che non ho ucciso io Meredith. La sua famiglia ha subìto un'ingiustizia e bisognerebbe rivolgersi a loro, perché ancora non hanno ricevuto risposta su cosa accadde quella notte". Sempre per l'omicidio di Perugia furono assolti Raffaele Sollecito e Amanda Knox.