“Ruby? Sì, eravamo convinti che fosse la nipote di Mubarak”
E' ricominciato il processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile. L'udienza di oggi era dedicata ad uno dei temi più discussi da quando il presunto scandalo escort è scoppiato fragorosamente in una serata di fine maggio del 2010: quello sui rapporti tra Karima el Mahroug e l'ex Presidente egiziano, Hosni Mubarak. I legali dell'ex premier hanno citato una serie di testimoni tra cui l'ex ministro Giancarlo Galan, il portavoce dell'ex presidente del Consiglio Paolo Bonaiuti e Valentino Valentini, ex consigliere per le relazioni internazionali durante il governo Berlusconi. In particolare quest'ultimo ha parlato di una conversazione «confusa» tra Mubarak e Berlusconi che avrebbe poi portato il Cavaliere a credere che quella giovane fosse la nipote dell'ex rais. Rispondendo alle domande dell'avvocato Niccolo Ghedini e del pm Ilda Boccassini, Valentini ha ricordato in aula il famoso pranzo istituzionale offerto a Roma il 19 maggio 2010 dall'allora capo del Governo a Mubarak: «Durante il pranzo in una fase più rilassata nella quale Berlusconi disse a Mubarak di avere conosciuto una ragazza egiziana di una famiglia a lui vicina che si chiamava Ruby». Il presidente egiziano chiese «Ruby, la famosa cantante?» Da lì, l'equivoco: «una discussione non ordinata» dice l'ex deputato del Pdl, considerando che anche tra i rappresentanti della delegazione egiziana dicevano la loro sul fatto se la giovane fosse o meno la famosa cantante egiziana. «Si parlò di un grado di parentela?», ha chiesto la Boccassini, «No, ma di una familiarità» ha risposto Valentini.
Insomma, un misunderstanding e Ruby è diventata la nipote di Mubarak. Valentini ha però ricordato anche i momenti cruciali della notte in cui Silvio telefonò in questura e sollecitò il rilascio della giovane marocchina, denunciata dalla coinquilina per furto. A prelevare Ruby dalla caserma fu Nicole Minetti, indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile insieme a Lele Mora ed Emilio Fede. Berlusconi era a Parigi per un incontro di lavoro e fu messo al corrente del fermo della ragazza. «Fu una mia idea contattare la Questura», spiega Valentini. «Berlusconi mi disse che in Questura c'era una ragazza senza documenti, mi disse anche "potrebbe essere una parente del presidente Mubarak" e mi chiese se conoscevo qualcuno da contattare». L'ex consigliere ha dunque sostenuto di aver contattato la Questura di sua iniziativa e di aver parlato con il funzionario Pietro Ostuni a cui ha spiegato la situazione. Ma Ostuni, nella sua testimonianza esclude invece categoricamente di avergli parlato. Ad ogni modo, Valentini ha riferito di aver passato l’apparecchio a Berlusconi. «La conversazione durò solo pochi secondi» aggiunge. Poi, ricorda Valentini «nei giorni successivi Berlusconi, facendo riferimento a Ruby, mi fece capire che "quella la" non era come pensava».