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Rubina Kousar, uccisa a martellate a Pinerolo. Fermato il figlio: “Sconvolta dalla faccia di quel ragazzo”

Non sono ancora chiari i motivi che hanno portato alla morte di Rubina Kousar, uccisa a martellate a Pinerolo, in provincia di Torino. Il figlio di 23 anni è stato fermato con l’accusa di averla uccisa.
A cura di Stefano Toniolo
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Non sarebbero ancora chiari i motivi che hanno portato nella mattina di oggi, giovedì 9 marzo, all’omicidio di Rubina Kousar. Fermato con l'accusa di averla uccisa è il figlio di 23 anni. La famiglia abitava a Pinerolo, in provincia di Torino, e dare l’allarme sarebbe stato il padre, corso in strada per chiedere aiuto. I primi ad intervenire sono stati gli agenti della polizia locale cittadina, che hanno prestato i primi soccorsi alla donna. Nonostante l’arrivo del 118 però per la donna non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri, che hanno fermato e portato via il giovane. Sulla dinamica dell’accaduto ci sono ancora molti punti interrogativi, su cui i militari e la procura stanno indagando in queste ore.

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Sembra che la donna sia stata colpita con un martello, ma non sono ancora noti i motivi che hanno portato al gesto. “L’ho visto (mentre lo portavano via ndr) dal balcone e mi ha sconvolto proprio la faccia di questo ragazzo, perché era proprio fuori di sé. Aveva degli occhi allucinati, non era in sé”, racconta una donna che abita a pochi passi dalla casa teatro dei fatti. “Sono andati a prenderlo a casa, ma ho visto solo la scena in cui lo mettevano in macchina. Lo adagiavano in macchina ed era tutto insanguinato – continua – Era veramente allucinato, fuori di sè”. “Siamo usciti alle 8,30 per andare al supermercato. Siamo arrivati verso le 9,30 o le 10 meno venti. – raccontano Agusta Martina ed Enrico, che abitano nello stesso stabile della famiglia. "C’erano un po’ di urla. Allora prendiamo la borsa e cerchiamo di salire. C’erano già questi signori che scendevano giù urlando e poi è arrivata l’ambulanza. Poi su cosa sia successo prima, noi non eravamo in casa”. Poi sulla famiglia: “Erano persone taciturne, parlavano pochissimo”.

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