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Rubavano e rivendevano yatch di lusso: arrestati i pirati del Mediterraneo

Banda internazionale rubava le imbarcazioni riuscendo a farle sparire dalle apparecchiature radar. Nove persone sono finite in carcere. Le indagini, hanno interessato diversi paesi: Croazia, Grecia, Turchia, Egitto, Siria, Libano e Montenegro.
A cura di B. C.
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Rubavano yacht di lusso per poi rivenderli in ogni porto del Mediterraneo. L'operazione "Olimpia" dei carabinieri di Pesaro con il supporto dello Scip-Interpol di Roma ha portato a smantellare una banda di "pirati" con almeno un cinquantina di affiliati e con un giro d'affari di 20 milioni di euro. Le indagini sono state condotte in diversi paesi: Croazia, Grecia, Turchia, Egitto, Siria, Libano e Montenegro. Nove persone sono finite agli arresti con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto, ricettazione, frode all’assicurazione, falsità ideologica e materiale. "Un gruppo – ha commentato il colonnello Donnarumma- molto organizzato e dalle alte capacità: potevano rubare yacht in ogni porto d'Italia e "riciclarlo" in tutto il Mediterraneo. E dalle impressionanti capacità marinare, come dimostra una fuga verso Alessandria d'Egitto in condizioni meteo proibitive. La rete era internazionale e molto strutturata, per questo abbiamo coinvolto anche l'Interpol". Gli investigatori sono riusciti ad evitare diversi furti di yacht, del valore di svariati milioni di euro, a Nettuno, Castellammare di Stabia, Fiumicino e Pisa. Quattro le imbarcazioni sequestrate, in Egitto, a Napoli e in Grecia. In occasione di uno sventato furto i carabinieri hanno anche sequestrato un dispositivo "Jammer": un inibitore di frequenze elettromagnetiche, cioè  un macchinario che impedisce la localizzazione del natante, permettendo alla barca di "scomparire" da ogni strumentazione.

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