Rovigo, prof colpita all’occhio dai pallini: procura chiede archiviazione per 21 studenti. “Non c’è reato”
"Mi sono sentita abbandonata dai miei colleghi" aveva detto a Fanpage.it la prof.ssa Maria Cristina Finatti, protagonista suo malgrado di un episodio di bullismo da parte di alcuni studenti dell'istituto ‘Viola Marchesini' di Rovigo dove insegnava.
L'amarezza e lo sconforto saranno sicuramente tornati dopo la decisione della Procura dei Minori di Venezia di archiviare l'inchiesta aperta nei confronti di quei 21 alunni che la derisero e mortificarono in aula dopo che un 14enne sparò una prima, poi una seconda raffica di pallini di gomma contro la professoressa di scienze. La scena immortalata da un altro ragazzino con lo smartphone era poi finita su Whatsapp e il video era diventato virale.
Per la procura non ci sarebbe reato, non c'è l’oltraggio al pubblico ufficiale, cioè l'insegnante appunto che fece partire la denuncia contro la classe intera collettivamente.
Quell'umiliazione subita aveva portato alla decisione di rivolgersi alle autorità competenti. "Nessuno mi ha difesa: ridevano a basta. Tranne il padre di uno dei ragazzi, neppure i genitori hanno mai espresso solidarietà" ricorda.
Resta invece in piedi il procedimento nei confronti degli autori materiali del fatto: il giovane esplose i pallini (uno di questi c'entro la Finatti ad un occhio) e i coetanei che hanno ripreso la scena e fatto sparire la pistola ad aria compressa. Nel frattempo la prof ha cambiato classe, mentre tutti gli alunni coinvolti, dopo una serie di incontri con lo psicologo hanno continuato a frequentare le lezioni. Peraltro il consiglio di classe aveva promosso con 9 in condotta lo studente che aveva sparato.
"Immaginavo che sarebbe finita così", commenta la professoressa Finatti. "Sono delusa L’unica consolazione è che, probabilmente, prima o poi almeno i principali autori dovranno rispondere di quel che mi hanno fatto. Ma la lentezza della Giustizia è snervante" dice. "Per fortuna il ministro ha pensato di vietare i telefonini in classe. Magari in questo modo non accadrà più a nessun altro ciò che è accaduto a me".