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Roua uccisa dall’ex davanti ai figli, il vicino: “Con lui urla a tutte le ore, avrei dovuto aiutarla prima”

Il vicino di casa della 34enne Roua, uccisa a Torino nel quartiere Barriera di Milano dall’ex marito, ha raccontato alcuni attimi della difficile quotidianità che la donna viveva insieme ai suoi figli. “Con quell’uomo c’erano liti a tutte le ore in una lingua che non capivo, avrei dovuto aiutarla prima”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Due anni di liti e urla a tutte le ore, sia la sera tardi che la mattina. Questo raccontano i vicini di casa di Roua, la 34enne uccisa dall'ex marito nel quartiere Barriera di Milano a Torino. L'ex partner della vittima indossava il braccialetto elettronico da agosto, da quando il giudice aveva emesso nei suoi confronti un divieto di avvicinamento alla 34enne e ai suoi figli.

La notte del femminicidio, però, il dispositivo non ha suonato. L'uomo è riuscito a fermare la 34enne nei pressi di casa e dopo una lite l'ha accoltellata, tentando la fuga verso il centro cittadino. A fermarlo ci ha pensato il figlio di 13 anni che ha purtroppo assistito al delitto insieme alla sorella 12enne.

I due adolescenti hanno cercato di prestare soccorso alla madre anche chiedendo aiuto ai vicini di casa, ma la 34enne era già in gravi condizioni al momento dell'arrivo del 118.

"Non sono mai intervenuto perché urlavano in una lingua che non capivo – ha spiegato un vicino di casa della donna -. Lei litigava spesso con l'ex, gridavano a tutte le ore. Con il senno di poi avrei dovuto fare qualcosa prima".

Secondo quanto raccontato dal vicino, la sera del delitto la figlia minore della donna piangeva e batteva i pugni sulle porte. "Mamma sta perdendo molto sangue, aiutatela" diceva sul pianerottolo del suo appartamento. Quando il vicino ha aperto la porta di casa, ha visto il corpo della 34enne riverso sul pavimento in una pozza di sangue. Il femminicidio è stato compiuto con un coltello da cucina dopo una lite. Dopo il delitto, l'uomo è fuggito inseguito dal 13enne che alla fine è riuscito a farlo arrestare dalle forze dell'ordine.

"Quando sono arrivato sul pianerottolo, lei respirava – ha raccontato l'uomo, il primo a soccorrere la 34enne – ma non sembrava cosciente. Ho intuito cos'era accaduto, ma non ho messo subito a fuoco".

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