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Rossana, 30 anni in manicomio: “Mio marito mi ha rinchiusa, ma io ero sana come un pesce”

Rossana ha varcato per la prima volta le porte del manicomio Santa Maria della Pietà quando aveva solo 22 anni perché litigava con il marito. Ha trascorso 30 anni della sua vita rinchiusa.
A cura di Simona Berterame
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Rossana Falciatori è nata nella primavera del 1942. La sua vecchiaia la sta trascorrendo in una casa di riposo a Castel di Guido, tra una passeggiata lenta nel giardino e una partita a carte con le amiche. Nel suo passato ci sono trenta anni trascorsi rinchiusa all'interno del manicomio Santa Maria della Pietà di Roma, il più grande d'Europa. La città dei pazzi, 35 padiglioni disseminati in un parco di 150 ettari. Era come vivere in un mondo parallelo, nascosto al resto della Capitale da alte mura di cinta. Gli internati erano la polvere da nascondere sotto al tappeto, la feccia della società da segregare e tenere lontana dal resto del mondo.

Le agitate

Molte donne sono state internate nonostante non avessero nessuna patologia. Bastava andare contro la volontà del proprio marito o della propria famiglia, avere un comportamento considerato ribelle per quell’epoca. Mogli diventate scomode e troppo intraprendenti per i mariti che finivano per farle internare. Come Rossana, finita in uno dei padiglioni del Santa Maria della Pietà quando aveva solo 22 anni perché litigava con il marito. Loquace, instabile, incoerente, stravagante, capricciosa, eccitata, insolente, indocile, bugiarda, impertinente, cattiva, prepotente, ninfomane, impulsiva, nervosa, erotica, allucinata, irrequieta, ciarliera, irriverente, petulante, maldicente, irosa, piacente, smorfiosa. Irritabile, clamorosa, minacciosa, rossa in viso, esibizionista, menzognera, dedita all’ozio, civettuola. Durante il ventennio fascista una donna poteva essere internata con una o più di queste trentatré sintomatologie. Bastava non rientrare nei canoni imposti dal regime per finire in manicomio. Nel dopoguerra la situazione non è migliorata: gelosia e scarso interesse per l'andamento della vita familiare bastavano per finire legate a letto con una camicia di forza.  "Mio marito voleva togliermi di torno – spiega con voce ferma Rossana mentre mostra una foto ingiallita del suo matrimonio – si era stancato di me ha pensato di mettermi lì per stare libero". All'epoca del suo primo ricovero, suo figlio Roberto aveva solo 5 anni. "Non è un bel ricordo il Santa Maria – sospira Rossana – ma se era per me chi ci andava, io ero sana come un pesce!". "Mamma non era matta – le fa eco il figlio Roberto – ma all'epoca bastava poco per finire lì dentro, i miei genitori litigavano molto quando ero bambino, poi quando mamma è stata internata io sono andato a vivere dai nonni. Sono stati anni difficili per lei ma 50 anni fa non c'erano alternative purtroppo". Da quando si sono chiusi i cancelli del Santa Maria della Pietà, Rossana ha potuto riprendere in mano la sua vita anche se alla soglia dei 60 anni. Restano tanti ricordi difficili e la voglia di raccontare: "Non ero pazza però a forza di stare lì ci diventi".

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