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Nonna Rosina Carsetti uccisa a Montecassiano

Rosi uccisa in casa, i familiari accusati di omicidio: “Assassino entrato dalla finestra”

Intruso entrato dalla finestra sul retro. Questa la tesi dei nuovi avvocati di Arianna Orazi, indagata per omicidio e simulazione di reato insieme al padre e al figlio. Secondo la tesi dei legali il presunto rapinatore a cui la famiglia imputa il delitto di Rosina Cassetti, sarebbe entrato da una finestra. Sotto sequestro, intanto, computer e device in uso alla famiglia.
A cura di Angela Marino
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”È entrato dalla finestra", così spiegano, i familiari di Rosina Cassetti, uccisa a Natale in casa propria, l'assenza di segni di effrazione dalla porta di ingresso della villetta di via Pertini a Montecassiano (Macerata). L'assassino entrato dunque, dal retro della villetta. Questa è anche l'opinione dei nuovi legali della famiglia, Andrea Netti e Valentina Romagnoli, nominati ieri in sostituzione dei quattro avvocati nominati in prima battuta. Per Netti e Romagnoli "il ladro" sarebbe "passato dalla finestra della cucina che non si chiudeva bene come fosse stata manomessa" e sulla quale ci sarebbe un "segno evidente d'effrazione".

Resta indagata per omicidio e simulazione di reato, Arianna Orazi, la figlia della vittima che ai giornali ha dichiarato di non aver nulla da temere e di poter ‘girare a testa alta‘. Favoreggiamento è invece il reato per cui sono accusati il padre,  Enrico Orazi, marito della vittima ed Enea, figlio di Arianna e nipote della vittima. Il delitto è avvenuto la sera della vigilia di Natale, quando, secondo il racconto degli indagati, il ventenne Enea, rincasando, avrebbe trovato sua madre e suo nonno immobilizzati dal ladro al pian terreno e la nonna, oramai senza vita al piano di sopra.

A parlare saranno anche i computer e un hard disk esterno sequestrati in queste ore dai tecnici. Le informazioni ottenute su conversazioni private, foto e ricerche internet si andranno ad aggiungere a quelle emerse dai tabulati telefonici e dalle telecamere di sorveglianza private delle villette intorno, dove potrebbe apparire il misterioso intruso a cui la famiglia di Rosina imputa il delitto. Rosina Cassetti si era rivolta al centro antiviolenza di Macerata per lamentare le vessazioni subite in famiglia e capire quale percorso intraprendere per tutelare se stessa. Secondo le testimonianze delle amiche, la 78enne sarebbe stata privata in casa proprio della libera gestione del denaro, del proprio telefono e dell'auto e sarebbe stata costretta a dormire sul divano.

Riguardo agli esiti dell'autopsia, già entro la settimana è attesa una prima nota scritta dal medico legale Roberto Scendoni, incaricato di consegnare il responso definitivo dell'esame entro un termine di 60 giorni. Dalle indiscrezioni trapelate in questi giorni, tuttavia, è emersa l'asfissia come causa della morte. Rosina, in poche parole, sarebbe stata soffocata. Nei prossimi giorni, liberata la salma della vittima, si svolgeranno pure, in forma privata, i funerali.

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