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Roma supera Napoli e diventa la capitale della violenza e dell’usura

Il rapporto “Le mani della criminalità sulle imprese” di Sos Impresa e Confesercenti delinea un quadro per Roma tutt’altro che rassicurante. Alla Capitale la maglia di città più violenta d’Italia con un incremento dell’11 per cento delle rapine. L’usura diventa inoltre un fenomeno sempre più sentito che costringe alla chiusura di 50 aziende al giorno.
A cura di Susanna Picone
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Il rapporto “Le mani della criminalità sulle imprese” di Sos Impresa e Confesercenti delinea un quadro per Roma tutt’altro che rassicurante. Alla Capitale la maglia di città più violenta d’Italia con un incremento dell’11 per cento delle rapine. L’usura diventa inoltre un fenomeno sempre più sentito che costringe alla chiusura di 50 aziende al giorno.

A Roma Capitale spetta la palma di città più violenta d’Italia. Riesce a superare, in quanto ad episodi di criminalità, Napoli, Reggio Calabria, Catania e Palermo, città-simbolo della criminalità organizzata. È quanto emerge dal XIII rapporto Sos Impresa-Confesercenti “Le mani della criminalità sulle imprese”. Lo stesso rapporto che dice che la “mafia Spa” è attualmente la più grande banca d’Italia con una liquidità di 65 miliardi di euro e che continua assegnando ancora a Roma il triste primato di capitale dell’usura.

Al di là del rapporto di Sos Impresa, negli ultimi tempi, la cronaca ci aveva già delineato un quadro della Capitale che non andava certo in una direzione “positiva”: in particolare l’ultimo episodio di efferata violenza avvenuto la sera del 4 gennaio a Torpignattara quando sono stati uccisi un uomo con la sua bambina di pochi mesi, aveva riacceso la polemica, soprattutto quella dei cittadini romani, di una città appunto troppo violenta che non garantiva una sicurezza ai cittadini.

Il rapporto “Le mani della criminalità sulle imprese” di Sos Impresa e Confesercenti delinea un quadro per Roma tutt’altro che rassicurante. Alla Capitale la maglia di città più violenta d’Italia con un incremento dell’11 per cento delle rapine. L’usura diventa inoltre un fenomeno sempre più sentito che costringe alla chiusura di 50 aziende al giorno.

Secondo il rapporto il 2011 romano si è concluso con un bilancio spaventoso che conta 20 sparatorie e 30 omicidi senza contare gli altri reati che si sono registrati nella città, non solo nelle zone periferiche ma “anche nel centro storico e nei quartieri più ricchi come Prati, l’Eur e i Parioli”. Sul solo fronte delle rapine Roma ha subito un incremento dell’11 per cento. Gli ultimi obiettivi dei rapinatori “sono diventati quegli esercizi commerciali che non possono contare su forme di controllo quali vigilanti o casseforti, o che non pagano il pizzo”. Una criminalità che dipende da diverse organizzazioni presenti sul territorio e che è resa ancora più grave a causa della scarsità di uomini e mezzi in dotazione delle forze dell’ordine.

Roma è anche la città più colpita dall’usura

Capitale d’Italia, capitale della violenza e anche capitale dell’usura: Roma e l’intero Lazio sono, secondo il rapporto, le zone più colpite dal fenomeno. Circa il 32 per cento dei commercianti del Lazio sono coinvolti dagli usurai. In particolare Sos Impresa parla di Roma come “il luogo per eccellenza dell’usura da decenni”. Anche questo fenomeno, come altri, sarebbe in crescita a causa della crisi economica assumendo sempre dimensioni più preoccupanti. Parlando un po’ di numeri l’usura riesce a far chiudere circa 50 aziende al giorno e a distruggere in un anno almeno 130mila posti di lavoro. Il numero degli usurai è cresciuto da 25mila e oltre 40mila, l’indebitamento medio delle imprese colpite ha raggiunto i 180mila euro e il numero di commercianti vittime di questo fenomeno sono 200mila ma le posizioni debitorie sarebbero almeno il triplo.

Ciò che appare particolarmente preoccupante, al di là dei numeri che danno l’idea della gravità del fenomeno, c’è anche il “dettaglio” del cambiamento di mentalità: secondo il rapporto, infatti, sono sempre di più gli strozzini dalla faccia pulita. “Molti boss non considerano più spregevole tale attività, anzi il titolo di usuraio mafioso si inserisce compiutamente in quella economia corsara, immensamente ricca e altrettanto spregiudicata, prima vi regole e remore”.

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