Stazioni dimenticate e senza servizi per i viaggiatori, Ntv si ribella e scrive a Mario Monti. La compagnia di trasporti di Luca Cordero di Montezemolo che ha esordito qualche mese fa in concorrenza con Trenitalia sull'alta velocità da Napoli al Nord Italia ha acquistato una pagina di pubblicità sui principali quotidiani italiani trasformandola in un atto di denuncia sulle condizioni delle stazioni di Roma.
Nella Capitale la Nuovo Trasporto Viaggiatori, che si è messa in concorrenza con Trenitalia sulle tariffe per l'alta velocità, non ferma i suoi treni ‘Italo' nell'hub ferroviario di Termini bensì nelle altre due stazioni capitoline, Roma Tiburtina e Roma Ostiense. Stazioni all'interno delle quali – denuncia la compagnia – c'è un evidente stato d'abbandono.
La lettera ha tono diretto e concreto:
Signor presidente del Consiglio,
da anni lei non dimentica di rilevare, giustamente, il ruolo cruciale per lo sviluppo del Paese di una sana, equa, trasparente concorrenza. Eppure, al suo governo sfugge, forse, lo stato di ‘abbandono' della stazione Tiburtina.
La nuova avveniristica struttura progettata per l'Alta velocità e per accogliere un flusso di 300mila viaggiatori al giorno è costata ai contribuenti italiani 300milioni di euro. È stata inaugurata con grande sfarzo due volte la prima alla presenza dell'allora premier Silvio Berlusconi e poi ancora nel novembre scorso con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano . A quasi un anno dall'ultima cerimonia nella stazione scelta dai nuovi treni Italo non esistono ancora indicazioni per i viaggiatori, bar, librerie, edicole, ristoranti, negozi, segnaletica, parcheggi, viabilità, mentre il degrado rischia già di corrompere parte della struttura.
A testimonianza di ciò le fotografie pubblicate sulla pagina: le stazioni deserte, prive di segnaletica, senza alcun servizio:
La lettera si conclude con una domanda:
È questo lo spettacolo e il servizio che vogliamo offrire ai cittadini italiani e ai tanti turisti che vengono a visitare il nostro Paese e portano ricchezza? È questa l'accoglienza che riserviamo ad un'impresa che, in un periodo di profonda crisi dà un segnale di fiducia al Paese, investe risorse private e crea sviluppo e occupazione?