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Roma, sgomberato il barbone-blogger di “Vivere da senza fissa dimora”

Roberto da 15 anni viveva in una casa a “cielo aperto” in via di Monte Fiore a Trastevere e descriveva sul suo blog la sua vita da senzatetto. Era accettato e benvoluto da tutti. Ma questa mattina è stato sgomberato dai vigili, che gli hanno portato via tutto. Anche la posta.
A cura di B. C.
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Roberto da anni vive in via di Monte Fiore, a Trastevere, in una "casa a cielo aperto" in compagnia del suo cane, degli amici del quartiere e di un computer con cui guarda le partite e tiene un blog, dal titolo "Vivere senza fissa dimora". Ma, come riporta Repubblica, la mattina di giovedì i vigili urbani hanno smantellato la sua abitazione che aveva "costruito", dopo essersi ritrovato a vivere per strada in seguito alla morte dei suoi genitori. "Mi ero creato il mio mondo e adesso lo stavo abbellendo con i fiori – racconta con un velo di tristezza Roberto – Io sono una persona costruttiva, guardo ciò che mi sta intorno e quello che non va bene lo sistemo".

 "Roberto aveva chiuso tutto con dei teli – racconta Elena, che con suo marito, da quindici anni, vive pochi metri più avanti – teneva tutto pulito, aveva allestito un salottino con due poltroncine rosse di velluto, un comodino con il computer, grazie al quale ogni tanto vedeva le partite con i suoi amici senzatetto, poi un cucinino, con il fornello da campeggio e le provviste di viveri. Aveva un letto arrangiato, costruito con due paletti di legno e, fuori, aveva messo un tavolino con delle piantine aromatiche".

Roberto, classe '66, elettrotecnica, poliglotta, dice di saper parlare quattro lingue. "Sono un tecnico, avrei le carte in regola per essere un cittadino modello". Prima della morte dei genitori decise, lavorava all'aeroporto di Zurigo, occupandosi del sistema informatico. "Non avevo alcuna ragione per restare in Svizzera". Così comincia a vivere sotto gli archi di Porta Pinciana, fino a quando non "l'hanno cacciato, murando il posto che si era allestito, poi è andato a vivere sotto i ponti del Tevere", aggiunge una residente, infine è approdato a Trastevere. Per un periodo lavora in un'officina  a San Lorenzo che però chiude senza averlo mai pagato. Dai familiari nessuno aiuto e i pochi soldi messi da parte grazie al lavoro in Svizzera "li ho buttati nelle caparre delle case dove poi non sono più andato".

Roberto cura anche un suo blog personale, dove racconta tutto ciò che gli succede, "adesso aggiornerò, scrivendo cosa mi hanno fatto oggi, ma sarà un'impresa ardua, mi hanno tolto anche l'antenna". Il blog si chiama "Vivere senza fissa dimora", l'ha aperto su Blogspot.com. Roberto, però, ha bisogno di sfogarsi anche con le persone, non solo con un pc: "Mi hanno detto che non va bene stare qui col comodino ma solo col cartone, però non devo farmi vedere dai turisti e, ogni tanto, devo cambiare posto. Qui in Italia non ci date la possibilità di organizzarci la vita".

Ora Roberto rivolge un appello al sindaco Marino:

 "Dovete mettere i bagni pubblici e le strutture di accoglienza devono essere fatte anche per accogliere gli animali, perché quasi tutti noi barboni abbiamo un cane ed è come un fratello. Nei punti più frequentati, dove la gente dorme per strada, ci deve essere un presidio fisso come punto informazione per barboni che si trovano in difficoltà, dovete stare sul campo perché, per capire il problema, lo dovete vedere. Anche gli zingari hanno la rappresentanza in Comune, i barboni hanno solo Sant'Egidio che ci campa su di noi. Poi è necessario cambiare la legge sull'occupazione del suolo pubblico: io devo sentirmi libero di scegliere dove stare, sennò non chiamatelo suolo pubblico e se io lo curo, è più mio che di altri".

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