Roma: i bambini di una scuola “adottano” una clochard. A lei gli avanzi (sigillati) della mensa
Alle scuola Romeo Chiodi di Roma gli alunni della classe 5B hano avviato, grazie al sostegno della maestra Claudia Sallustri, un progetto che dovrebbe essere preso ad esempio in tutte le grandi città italiane. Quello di "adottare un clochard" portandogli, nel pomeriggio, gli avanzi della mensa che altrimenti finirebbero nella pattumiera: qualche panino, un po' di frutta e di dolce, non molto altro ma abbastanza a dare sostegno pratico a Emilia, 53 anni, senza tetto che vive in zona Balduina, nella capitale. Spiega la maestra: "Siamo noi adulti a deviare i bambini da quello che è il loro istinto: loro sono abituati a dare e non a prendere sono contenti di fare un gesto così, piccolo ma importante".
Ma come ha avuto inizio il progetto? A settembre, a poche settimane dall'inizio dell'anno scolastico, la maestra si accorge che molti cestini vengono gettati via. Un peccato, e uno spreco, soprattutto perché a 20 metri dalla scuola davanti a un supermercato c'è sempre seduta una signora di mezza età che chiede l'elemosina. A quel punto l'insegnante prende la decisione: anziché buttare quel ben di Dio, i bambini dovrebbero donarlo a quella donna in difficoltà: "Siamo un po’ tutti figli del consumismo – racconta – mi sembrava giusto educare alla solidarietà. In questo istituto la mia classe è l’unica farlo. Però sarebbe bello se altre classi e, ancora meglio, altre scuole intraprendessero lo stesso percorso. Sprechiamo tanto, troppo. Ho visto cestini interi buttati via. Non è possibile". Ma ecco come funziona: "A fine giornata affido la bustina a turno a un bambino: quando finiscono le lezioni, insieme alla mamma o comunque a un parente, il piccolo scende in strada e va dalla signora a lasciare qualcosa da mangiare. Pane, frutta, merendine. Tutto rigorosamente sigillato". E