Quando la politica è flebile le Procure diventano detentrici dei temi e dei tempi del dibattito. Da sempre. Per questo qualcuno (della politica, ovviamente) ciclicamente accusa i magistrati e anche oggi non ci mancano: si discute addirittura di un presunto "patto" che avrebbe puntato a decapitare Roma e Milano in contemporanea sfruttando un vuoto di potere. Roba da spionaggio russo, una cosa così. Basta osservare le reazioni e i social per farsi un'idea delle reazioni: gente del Pd (o vicina al PD) che accusa il M5S e gente del M5S (o vicina al M5S) che accusa il PD. Autocritica nessuna. Analisi politica nessuna.
Eppure le due situazioni sono completamente diverse tra loro. Milano, innanzitutto: a Milano questa indagine è uno strascico di un periodo mai chiarito abbastanza in cui si è avuta la netta sensazione di una moratoria della Procura su Expo o forse di una guerra interna alla Procura o forse tutte e due le cose e l'accusa a Sala sarebbe di falso ideologico (il reato sarebbe stato commesso il 30 maggio 2012 quando Sala era Commissario di Expo, in merito a una nomina nella commissione aggiudicatrice), il sindaco di Milano ha deciso di autosospendersi (modalità piuttosto inusuale) dalla guida della città. A Roma invece si tratta di un'accusa di corruzione (e la Procura ritiene di avere individuato anche i beni immobiliari che sono stati al centro dello scambio corruttivo) nei confronti di quello stesso Marra che la sindaca Raggi (ma non tutto il Movimento 5 Stelle) ha ritenuto indispensabile nella propria squadra nonostante da più parti arrivassero moniti sull'affidabilità dell'individuo. Marra è in carcere per "spiccata pericolosità sociale".
C'è una situazione più grave dell'altra? È peggio Milano o è peggio Roma? È peggio chiederselo. Ed è peggio ridurre la discussione a questo. La politica non sta nelle accuse della magistratura (in entrambi i casi) ma piuttosto nelle dinamiche che hanno portato fino a qui. Ad esempio mio chiedo se davvero fosse il caso di insistere così tanto sulla narrazione di un Expo "mafia free" e "pulito" nonostante gli arresti già avvenuti e le indagini che tutti sapevano essere ancora in corso: se si decide di appiattirsi su un ottimismo senza fondamento non si cade dunque nel populismo? Mi chiedo se davvero Grillo, Di Battista e compagnia credono di avere una genetica superiorità morale che li possa tenere al riparo da errori di valutazione e inevitabili episodi di fallimento politico. Se per evitare la complessità del reale si decide di urlare che "sono tutti uguali" esclusi quelli di un'unica parte politica (la loro) non è banalissimo populismo? Oppure, ancora: inalberarsi a Milano contro chiunque osasse dire che la candidatura di Sala avrebbe inevitabilmente portato con sé il rischio di qualche strascico giudiziario del dopo Expo è stato utile? E di qua, a Roma: che la Raggi in conferenza stampa si difenda dichiarando che Marra è un'eredità del passato dopo essersi rivenduta come l'unico "nuovo" possibile è una mossa politicamente intelligente? No, non credo.
Non è una festa e nemmeno una ridicola gara di onestà: Roma e Milano oggi sono un'occasione per decidere una volta per tutte che la politica, come tutte le cose della vita, è terribilmente (e meravigliosamente) complessa e ha bisogno di ragionamenti complessi anche dietro alle risposte più semplici. Il resto sono baruffe chiozzotte. Tutt'altro.