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Roma, allarme terrorismo. Caccia a due libici: “Sono molto pericolosi”

Le forze dell’ordine sono sulle tracce di due cittadini libici che avrebbero in passato cercato di acquistare illegalmente armi sul mercato nero della capitale.
A cura di Davide Falcioni
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Le forze dell'ordine sono sulle tracce di due presunti terroristi islamici di nazionalità libica che si starebbero nascondendo nel centro di Roma. A renderlo noto è L'Espresso, che pubblica anche l'identikit: si tratterebbe di due giovani di meno di 30 anni e sarebbero considerati molto pericolosi. Tempo fa avrebbero cercato di acquistare armi sul mercato illegale della Capitale e si sospetta che si trovino ancora in città, presumibilmente in uno dei quartieri a più alta presenza di immigrati.

Secondo il settimanale la caccia all'uomo sarebbe in corso da alcuni giorni, da quando cioè qualcuno li avrebbe "denunciati" dopo aver scoperto la loro intenzione di acquistare armi al mercato nero romano. Immediata è scattata l'allerta dell'"antiterrorismo", secondo cui i due sarebbero "soggetti islamici pericolosi, sospettati di terrorismo". Nella nota diramata alle forze dell'ordine si specifica: "Caso rintraccio fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante". Le ricerche si stanno concentrando prevalentemente nei quartieri Esquilino e Pigneto.

Non è noto perché i due libici volessero acquistare armi illegalmente, ma viste le minacce giunte negli ultimi giorni gli inquirenti hanno alzato il livello di guardia. "Noi controlliamo i potenziali attentatori e i foreign fighters che hanno combattuto in Siria e in Iraq, li seguiamo uno a uno" chiarisce a L'Espresso una fonte dell'antiterrorismo. "In Italia ne monitoriamo qualche decina, alcuni sono pure italiani. Ma temiamo anche le azioni militari di cani sciolti che non abbiamo ancora identificato. Il rischio di emulazione dopo le stragi di Charlie Hebdo e di Copenaghen è enorme". I due libici sarebbero arrivati in Italia da qualche tempo e apparterrebbero di una delle cellule jihadiste operanti in Libia da alcuni anni.

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