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Roma a mano armata: freddato un 33enne in pieno giorno

Flavio Simmi, gambizzato nel febbraio scorso, era figlio di uno dei membri della Banda della Magliana. Lo spietato omicidio è l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza che hanno sconvolto la Capitale nelle ultime settimane.
A cura di Biagio Chiariello
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Roma si tinge di nuovo di sangue. Dopo i fatti di cronaca delle scorse settimane, che hanno visto diverse vittime da arma da fuoco, è ancora un omicidio a gettare nel terrore la Capitale. Questa mattina nel centralissimo quartiere Prati, in Via Riccardo Grazioli Lante, è morto un 33enne dopo essere stato raggiunto da sette colpi di pistola, in quello che ha tutt'aria di essere, oltre che uno spietato omicidio, una sorta di regolamento di conti. Flavio Simmi si trovava a bordo della sua auto, una Ford Ka grigia, insieme ad una donna quando un uomo gli si è avvicinato e ha fatto fuoco. Il 33enne, che ha avuto appena il tempo di aprire la portiera per tentare la fuga, aveva alcuni precedenti per lesioni e lo scorso febbraio era stato gambizzato del Monte di Pietà. Il Simmi era stato ferito alle gambe a colpi di pistola da due uomini che erano poi fuggiti in sella a una moto, davanti all’oreficeria, di cui il padre della vittima è titolare.

Ed è proprio il padre della vittima ad emergere come presunta figura chiave dell'omicidio. Roberto Simmi venne infatti arrestato nel 1993 insieme al fratello Tiberio nell'ambito dell'operazione "Colosseo", perché ritenuto membro della banda della Magliana.

In occasione dei fatti di febbraio il sito Notte Criminale, scriveva:

Rispolverando le carte dell’ordinanza di sentenza sulla Banda della Magliana, tra le citazioni spuntano sia il padre Roberto sia lo zio della vittima Tiberio. Entrambi accusati durante il processo dal pentito Abbatino (“Il Freddo” di Romanzo Criminale) in merito alla gestione, per conto della banda, degli affari legati all’usura e ricettazione, oggi sono rispettabili imprenditori e titolari dell’Hostaria Romana in pieno centro capitolino. Desta, lasciando poco spazio alla fantasia, l’urlo di quella madre disperata che, con poche parole, affianca questo fatto criminoso alle passate gesta del padre o dello zio della vittima.

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In realtà la Roma di oggi è lontanissima da quella degli anni Ottanta, funestata dalle guerre di malvivenza, con la Banda della Magliana che regnava. Tuttavia nelle ultime settimane gli omicidi si sono succeduti ad una ritmo inquietante: sei nel solo mese di giugno. E poi c'è il caso di Alberto Bonanni, il giovane musicista aggredito otto giorni fa nel quartiere Monti, in pieno centro storico, e che ora versa in condizioni gravi ma stabili all'ospedale San Giovanni. Un escalation di violenza che ha obbligato il capo della Mobile a convocare una conferenza per tranquillizzare la città, che torna a rivivere quell'angosciante epoca. Ma stavolta non è una fiction, non è un Romanzo Criminale, ma è la realtà.

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