Rolando Fontanelli è andato in montagna, la più alta di tutte, proprio oggi.
S'era in macchina insieme, lui guidava, cantavamo l'Internazionale ieri l'altro e ora mi tocca continuare da solo. E se mi scordo un verso? Chi mi aiuterà a trovare l'intonazione giusta?
Io pensavo fossi immortale e invece mi hai fregato. Partigiano dispettoso. Quando vedesti il video mi dicesti "bravo, ma così sembro comunista. Tu lo sai che a me mi garba Renzi?"
E io ridendo ti risposi: "Lo so Rolando, ma non lo diciamo troppo in giro".
"Tu c'ha ragione, bel giovane".
E così pubblicammo il video.
Quando muore un partigiano gli angeli sbiancano le nuvole, e il Cristo tira fuori dalla cantina una bottiglia di vino rosso, di quello buono delle nozze di Cana, per berne un "gottino", come dicono da noi in Toscana certi vecchi. Un "gottino" è la quantità giusta per sentirlo ma per non andare di fuori.
Quando muore un partigiano anche le lenzuola dei Papi si intristiscono. I merli non bevono per un giorno e i granelli di sabbia, a piedi nudi, bruciano di più.
Quando muore un partigiano le birre si riscaldano per dispetto e i bambini piangono più forte. Quando muore un partigiano si stacca un sasso dalla montagna.
Quando muore un partigiano è una tragedia perché nessuno prende il suo posto, ma il suo posto è diventato di tutti. Questo ci hanno insegnato i partigiani: a declinare la Liberazione come quella degli altri prima che quella di se stessi.
Quando muore un partigiano le campane suonano un tocco in più, è il grazie di quelli che hanno salvato, che rintocca più forte e una volta ancora.
Grazie partigiano Rolando Fontanelli.
DONG!