Rogo Thyssen: Confindustria chiede scusa per l’applauso di solidarietà a Harald Espenhahn
Un'Assise degli industriali a porte chiuse quella che si è tenuta a Bergamo lo scorso sabato 7 maggio. Al centro del vertice di Confindustria i problemi e le azioni da mettere in atto per far ripartire le piccole e medie imprese, fulcro del tessuto economico italiano, oltre che numerose critiche all'esecutivo di Berlusconi, come preannunciava il messaggio d'invito all'Assise di Emma Marcegaglia. Nel corso del confronto non sono mancati i riferimenti alla sentenza di condanna della Thyssen all'amministratore delegato Harald Espenhahn per il rogo della Thyssen di Torino nel 2007. In particolare, gli industriali hanno "dimostrato solidarietà" all'ad sciogliendosi in un sentito applauso corale.
Una solidarietà motivata? Chissà. Ciò che è certo è che il processo appena conclusosi ha accertato la mancanza di misure di sicurezza adeguate all'interno dell'azienda. La Thyssen, al momento della tragedia, non risultò in regola in fatto di misure cautelari per i lavoratori: non si investiva in corsi per la sicurezza e nel corso delle testimonianze raccolte presso gli operai si delineò il quadrò di un'azienda tutt'altro che attenta alle esigenze dei suoi lavoratori: persone che faticavano interrottamente anche per 12 ore, ai quali si "consigliava" di non premere troppo spesso il pulsante d'allarme. E' proprio per queste ragioni che quell'applauso, per le famiglie degli operai deceduti nell'incendio di Torino così come per l'opinione pubblica attenta alla questione, è stato come gettare dell'alcol su una ferita che stenta a rimarginarsi. Bruciante, oltre che doloroso.
L'applauso è stato accolto con sdegno. Nei primi momenti Emma Marcegaglia aveva commentato la questione con una frase degna di prontuario, ovverosia "Non ci vedo niente di male, pur nel rispetto delle famiglie delle vittime"; la condanna per l'ad Thyssen, a suo dire, è eccessivamente severa. Infine ha concluso: "È un tema che va guardato con grande attenzione, nel massimo rispetto per la sicurezza sul lavoro, ma una cosa di questo tipo se dovesse prevalere allontanerebbe gli investimenti dall'Italia», esprimendo la volontà di voler incontrare i familiari degli operai rimasti uccisi nel rogo.
Col passare dei giorni la situazione si è fatta incandescente e Giampaolo Galli, direttore di Confindustria, non ha potuto fare a meno di scusarsi per l'applauso. A nome degli industriali ha detto: "L'applauso all'amministratore delegato di Thyssen è stato sbagliato, inopportuno, e colgo l'occasione per chiedere scusa a nome di Confindustria ai familiari delle vittime e all'opinione pubblica che si è sentita colpita e offesa". Nel corso di un'intervista a La7 ha aggiunto un "però": "Ma quell'applauso va capito perchè è spontaneo in una platea di imprenditori. Perchè c'è stato? Perchè le imprese si trovano preoccupate per l'estrema incertezza del diritto in Italia". Non sono d'accordo coloro che ancora piangono i loro cari morti sul lavoro, e con queste parole ha commentato la vicenda la mamma di Rosario Rodinò, uno dei ragazzi morti nell'incendio: "Non è vero che le pene sono pesanti: anzi, a nostro avviso gli imputati ne meritavano di peggiori".