Roberto Basso, il tabaccaio di Jesolo ucciso in casa: dopo un anno preso il killer, forse un conoscente

Dopo quasi un anno di indagini serrate, arriva finalmente una svolta nel caso dell'omicidio di Roberto Basso: le autorità hanno fermato il presunto killer del tabaccaio di Jesolo, trovato senza vita nella sua abitazione il 5 maggio dello scorso anno. La vittima, 65 anni, era molto conosciuta in città per la sua attività commerciale e per il rapporto di fiducia instaurato con i clienti. La sua morte, inizialmente avvolta nel mistero, aveva destato grande sgomento nella comunità locale.
Il corpo di Basso era stato rinvenuto nella sua casa di via Antiche Mura, nel comune veneto, in una posizione che inizialmente aveva lasciato ipotizzare un incidente domestico. Tuttavia, l'autopsia aveva presto rivelato un dettaglio inquietante: una grave ferita alla nuca, con una lesione profonda tra il cranio e il collo, segno di un'aggressione violenta. Questo particolare aveva spinto gli inquirenti a escludere rapidamente la pista dell'incidente e ad aprire un‘indagine per omicidio.
L'allarme era scattato quando amici e parenti, insospettiti dal fatto che la tabaccheria di Basso fosse chiusa senza preavviso e che l’uomo non rispondesse alle chiamate, avevano deciso di verificare cosa fosse accaduto. All’arrivo nella villetta, i carabinieri non avevano trovato segni di effrazione, un elemento che fin da subito aveva fatto pensare che il killer potesse essere qualcuno di conosciuto dalla vittima e che avesse avuto libero accesso alla casa.
Ora, a quasi dodici mesi dal delitto, i carabinieri del comando provinciale di Venezia hanno fermato un uomo di 35 anni, di origini albanesi, ritenuto il principale sospettato. Secondo quanto emerso, il presunto assassino era un conoscente di Roberto Basso, anche se il loro legame non era di natura strettamente personale ma più probabilmente legato a rapporti occasionali. Il movente del delitto, tuttavia, resta ancora avvolto nel mistero.
Dalle prime verifiche, sembra che non si sia trattato di una rapina: all’interno della casa, infatti, non risultano oggetti di valore sottratti né segni evidenti di una colluttazione prolungata. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire con precisione gli ultimi giorni di vita della vittima per capire quale possa essere stato il motivo scatenante dell’omicidio. Non si esclude un litigio degenerato in tragedia o un contrasto pregresso che abbia portato il sospettato ad agire con violenza.
L’ipotesi più accreditata è che Basso abbia aperto spontaneamente la porta al suo aggressore, ignaro del pericolo imminente. Gli inquirenti stanno ora analizzando le prove raccolte, tra cui le testimonianze di chi conosceva entrambi, le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e le eventuali tracce biologiche rinvenute sulla scena del crimine. Nel frattempo, il fermato si trova sotto interrogatorio, mentre la magistratura sta valutando le prove per convalidare il provvedimento restrittivo.