Roberta Siragusa, un anno dall’omicidio. La madre: “Lei la nostra stella, lui per sempre l’assassino”
Il 24 gennaio di un anno fa veniva ritrovato in un dirupo lungo il Monte San Calogero, a Caccamo il cadavere di Roberta Siragusa. Della sua morte è stato accusato l'ex fidanzato, Pietro Morreale, oggi imputato per omicidio. Il giovane è stato accusato di aver prima ucciso e poi dato alle fiamme la ragazza dopo un litigio. Dopo un anno, la madre della 17enne continua la sua lotta per la giustizia. Iana combatte per per Roberta e per tutte le ragazze che come lei sono vittime di violenza fisica e psicologica.
La donna ha raccontato a Fanpage.it le sue sensazioni. "Ritorna in mente ogni dettaglio di lei e di quanto successo – spiega a qualche ora dalla cerimonia di commemorazione che si svolgerà alle 21.30 presso il campo sportivo -. Sembra di vivere un anno in un giorno. Roberta sarà sempre la nostra stella mentre lui sarà per sempre il suo assassino".
A distanza di un anno dalla morte della 17enne, Pietro Morreale è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il processo a suo carico inizierà il 1 marzo davanti alla seconda sezione della Corte d'Assise di Palermo. Il giovane ha riferito agli inquirenti di aver assistito al suicidio dell'ex fidanzata, ma la sua versione dei fatti è stata ritenuta inaffidabile.
Gli accertamenti sul luogo del ritrovamento, infatti, hanno reso evidente che Roberta non è morta lì dove è stato rinvenuto il suo corpo. Secondo gli inquirenti,la ragazza è infatti deceduta presso il campo sportivo e in un secondo momento il suo cadavere è stato portato al monte San Calogero e poi abbandonato. L'indagato è in carcere da un anno.
"Penso che Roberta sia sempre viva nel cuore di tutti noi – racconta ancora la madre della giovanissima vittima -. Rifletto molto su queste parole e penso di poterle gridare con convinzione. A distanza di un anno mi accorgo che lei è sempre nei pensieri della comunità. Mi arrivano tanti messaggi di supporto e di vicinanza, so che lei ha messo radici nell'anima di tutti. Questo pensiero mi manda avanti. Era amore puro con i suoi occhi timidi e il suo sorriso gentile. Con queste armi è riuscita a farsi amare da tutta la comunità. L'affetto di tutte queste persone ci scalda e un po' ci conforta.
Il segno più importante però è il fatto che io la sento vivere distintamente perché so bene quanto lo amasse. Indosso sempre i suoi abiti per sentirmi avvolta nel suo abbraccio. Continuo a vedere così tante prove della sua presenza anche nella natura che ci circonda, negli occhi di mio marito e di suo fratello, nei sogni in cui la incontro. So che la sua anima ora appartiene all'universo".
La mamma di Roberta da un anno è impegnata in iniziative per mantenere vivo il ricordo della figlia e per raccontare la sua storia. Dopo la tragedia, ha stretto i rapporti con gli amici di Roberta per donare e ricevere conforto. "Spesso mi raccontano di averla sognata – spiega ancora la donna – e mi dicono di vederla sorridente e felice. Dice di essere molto fiera di tutti noi per quanto stiamo lottando.
Ovunque sboccerà un fiore ci sarà un pizzico di lei". Questa sera alle ore 21.30 la comunità di Caccamo si raccoglierà in un momento di preghiera proprio nei pressi del campo sportivo.