Roberta Repetto morta dopo asportazione neo sul tavolo da cucina, nuovo processo per il medico Paolo Oneda
Sarà necessario un nuovo processo per il medico Paolo Oneda in merito al caso della morte di Roberta Repetto, insegnante di 40 anni deceduta nel 2020 a causa delle metastasi di un tumore. La Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi per il medico bresciano.
Confermata invece l'assoluzione di Paolo Bendinelli, il fondatore del centro Anidra di Borzonasca, nell'entroterra di Genova, dove Roberta Repetto era stata sottoposta a un intervento non convenzionale, senza anestesia e senza esame istologico successivo. Bendinelli era stato condannato in primo grado in abbreviato a tre anni e quattro mesi.
La donna è morta nell’ottobre 2020 a causa di un tumore mai trattato. La sua sofferenza era iniziata oltre un anno prima, quando, secondo l'accusa, il chirurgo Oneda (all’epoca in servizio all’ospedale di Manerbio) l’aveva operata alla presenza del “santone” Bendinelli. L’intervento avrebbe dovuto rimuovere quel neo sanguinante dalla schiena senza complicazioni.
L'operazione, però, fu eseguita su un tavolo da cucina in una stanza del centro olistico, senza alcun esame o terapia post-operatoria. Da allora, Roberta iniziò a stare male per mesi, con sintomi sempre più gravi, ma senza alcun controllo medico. Al contrario, le venne suggerito di affidarsi a tisane e meditazione, nonostante l'evidente peggioramento. A denunciare l’accaduto furono i suoi familiari, portando nell’aprile 2021 all’arresto di Oneda e Bendinelli.
"La procura aveva richiesto la condanna per omicidio volontario con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. In primo grado, però, gli imputati erano stati condannati per omicidio colposo al termine del rito abbreviato, mentre erano stati assolti dalle accuse di violenza sessuale e circonvenzione di incapace.
Secondo l'accusa, Roberta sarebbe stata "vittima di manipolazione, abbandono e indifferenza, in modo simile a Marco Vannini", il ragazzo morto nel 2015 dopo essere stato colpito da un proiettile mentre si trovava a casa della fidanzata. Oneda e Bendinelli erano stati condannati in primo grado a tre anni e quattro mesi ciascuno per omicidio colposo.