Roberta Ragusa, i parenti nel giorno del suo compleanno: “Sei nei nostri cuori”
Di Roberta Ragusa negli ultimi tempi si è parlato molto e dalla zona di Pisa, dove la donna è scomparsa nel gennaio del 2012, le ricerche vanno avanti ma con esiti a oggi negativi. Da più di un anno l’unica persona iscritta nel registro degli indagati è Antonio Logli, il marito della mamma di Gello. Dopo Pasqua l’uomo sarà interrogato ma contro di lui non sembrano esserci elementi sufficienti per incastrarlo. Di Roberta invece gli inquirenti cercano ormai il suo cadavere, le speranze di ritrovarla ancora in vita più di un anno dopo la scomparsa sono praticamente nulle. E forse ora ne sono consapevoli anche i suoi familiari, le sue cugine, i suoi zii e quei parenti che oggi, nel primo giorno di primavera, hanno ricordato che sarebbe stato il compleanno di Roberta Ragusa.
La donna scomparsa avrebbe infatti compiuto 46 anni e già lo scorso anno, in questo giorno, tutti si mobilitarono per lei: durante una fiaccolata, con la speranza viva nel cuore, le chiedevano di tornare a casa. Oggi i parenti di Roberta le scrivono invece una lettera:
Ti giunga Roberta l’augurio più caro e profondo da chi giorno dopo giorno ti ha vista sbocciare alla vita apprezzando la bellezza del tuo essere. L’azzurro del cielo ha colorato i tuoi oggi, la poesia del tramonto ha disegnato il tuo sorriso, il chiarore delle stelle hanno illuminato il tuo cammino e dato luce al tuo dolce volto. Sei e rimarrai sempre nei nostri cuori! Con tutto l’amore i tuoi zii, zie, cugini, cugine.
Le dichiarazioni del procuratore sul caso Ragusa – Intanto, sul fronte delle indagini, la Procura di Pisa non ha escluso la possibilità che il caso di Roberta Ragusa venga archiviato senza andare a processo. I reperti forse riconducibili alla donna che sono stati ritrovati dagli inquirenti non sarebbero decisivi a imprimere una svolta nelle indagini e anche la testimonianza di un uomo che dice di aver visto Logli e la moglie la notte della scomparsa non sarebbe sufficiente ad accusare l’indagato. Secondo il procuratore Ugo Adinolfi senza "una prova certa della morte dell'imprenditrice pisana e un reperto che possa in qualche modo aiutare gli inquirenti a stabilire le cause del decesso non ci sono allo stato gli elementi per sostenere un processo". Lo stesso procuratore nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?” in qualche modo però ha parlato di “frecce da scagliare” facendo riferimento ancora a quel testimone il cui ruolo ha una certa importanza nella vicenda.