Rkia Hannaoui, la vicina della donna morta a Rovigo: “Mi chiamava mamma, per me era una bambina”
Una donna gentile, solare e con un grande bisogno di affetto. È così che viene descritta Rkia Hannaoui, la 31enne trovata agonizzante in casa lo scorso 28 marzo ad Ariano Polesine (Rovigo). A ucciderla, secondo quanto rilevato finora, il figlioletto di 8 anni che avrebbe sparato un colpo dalla pistola del vicino di casa per errore. "Noi la chiamavamo Rukaia – racconta ai microfoni di Fanpage.it Livia, vicina che spesso le portava beni di prima necessità dalla Caritas -. Le volevamo un gran bene, era una ragazza gentile e affettuosa. Una gran brava persona".
Rkia si era abituata a quella donna che spesso andava a trovarla per portarle cibo, giocattoli e vestiti per i figlioletti, tanto da iniziare a chiamarla "mamma". "Era molto dolce e affettuosa, mi baciava sempre le mani e mi regalava il pane e le uova delle sue galline. Per me era una bambina". Livia era anche una delle poche persone che Rkia faceva entrare in casa. "Non lo faceva con tutti, era sempre molto vigile. Le portavo le cose che le servivano, anche i vestiti per i figli. Non meritava affatto questa fine, era una bambina per me. Mi rincorreva quando mi vedeva nei paraggi per le mie passeggiate e mi raccontava le sue cose".
In più occasioni, la 31enne aveva mostrato alla vicina di casa la sua famiglia in Marocco tramite videochiamata. "Mi ha presentato la madre e le sorelle tramite cellulare. Era davvero felice di mostrarmi alla sua famiglia, io non capivo perché. Mi mancherà. Le voglio bene e parlo al presente perché gliene vorrò per sempre, anche se non c'è più".
La pistola usata dalla quale sarebbe partito il colpo fatale è di proprietà di un vicino della giovane. L'uomo, che è anche proprietario della casa nella quale la vittima viveva insieme ai suoi figli, ha però sottolineato davanti agli inviati del programma tv "Storie Italiane" di essere innocente.