Rivolta e incendi al Cpr di Gradisca, manganelli e lacrimogeni: “Insostenibile, può scapparci il morto”
Nuova proteste e scontri con la polizia al Cpr di Gradisca d’Isonzo dove agenti in tenuta anti-sommossa hanno usato manganelli e lacrimogeni per contenere le azioni dei migranti rinchiusi nella struttura che protestavano per le condizioni degradanti appiccando fuochi. Le proteste sono divampate lunedì dopo che un migrante ha cercato di fuggire arrampicandosi sul tetto ed è caduto ferendosi. Dopo una breve pausa, sono riprese ieri con importanti danni agli impianti idraulici ed elettrici.
Almeno una trentina di persone sono salite sul tetto della struttura per protestare contro le condizioni e le presunte violenze subite all'interno del Cpr di Gradisca, già al centro in passato di analoghi episodi e ribellioni. La situazione nel centro di permanenza per il rimpatri allestito nell'ex caserma del comune goriziano è tesissima. Nella serata di martedì 21 gennaio è nata una vera e propria rivolta durante la quale sono stati appiccati vari incendi.
Le forze dell'ordine in assetto antisommossa sono intervenute massicciamente con manganellate e lacrimogeni e sono state bersagliate da lanci di oggetti di varia natura. Sul posto sia polizia sia carabinieri e finanzieri. In un video diffuso dai movimenti No Cpr si vedono proprio alcuni finanzieri che manganellano uno degli ospiti per costringerlo a rientrare nella struttura dove sono stati aperti diversi varchi tra le varie aree durante la protesta.
Le associazioni denunciano abusi e pestaggi sui migranti che "protestano per alcuni episodi degli ultimi giorni in cui, rivoltisi agli uffici per informazioni sulla propria situazione e sui propri diritti, sarebbero stati picchiati". "L'ultimo caso, quello di un ragazzo infortunato, che reclamava cure in infermeria, e che proprio in infermeria sarebbe stato picchiato, In queste ore sarebbero in corso arresti (se non trasferimenti nei CPR punitivi come Macomer) per le proteste di questi giorni. Man mano vengono prelevate persone via dalle gabbie davanti ai compagni" scrivono dai movimenti No Cpr
Secondo i sindacati di polizia, almeno 9 agenti sono rimasti feriti negli scontri. "Per proteggere i pompieri dalla sassaiola in corso, i poliziotti sono stati colpiti da pesanti oggetti contundenti lanciati dal tetto e dal cortile" spiegano i sindacati delle forze dell'ordine. "La situazione non è più sostenibile. L’intero impianto di sicurezza del Cpr va ripensato, non è più possibile continuare a lavorare con impianti di videosorveglianza non funzionanti e con numeri di stranieri trattenuti spesso tre volte maggiori rispetto alla fisiologica capienza" ha spiegato il segretario generale di Fsp del Veneto, Maurizio Ferrara, aggiungendo: "Quel centro è una bomba innescata e potrebbe anche scapparci il morto".