Rivarolo, l’odio verso i vicini e i due biglietti lasciati dal pensionato prima della strage
È in un letto di ospedale, intubato e in gravi condizioni, Renzo Tarabella, l'operaio in pensione di 83 anni che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso quattro persone, la moglie, il figlio disabile e la coppia di vicini, proprietaria di casa, che viveva al piano di sopra. Poi con la stessa pistola, regolarmente detenuta, ha tentato il suicidio sparandosi al volto. Ora gli inquirenti sono al lavoro per tentare di ricostruire cosa sia accaduto in quelle ore precedenti alla strage avvenuta nel Torinese, nel piccolo comune di Rivarolo Canavese.
La figlia dei vicini uccisi: Mia mamma nell'ultimo periodo temeva Tarabella
Il pensionato avrebbe lasciato in casa due biglietti nei quali sono racchiusi, secondo i carabinieri, alcuni dei motivi che hanno spinto l'uomo a uccidere ben quattro persone, tra le quali la moglie e il figlio disabile. Parole che fanno pensare a una rabbia covata nei confronti dei vicini, i coniugi Osvaldo Dighera, 74 anni, e Liliana Heidempergher, 70enne, maestra elementare in pensione stimata e nota in città. A confermarlo è la figlia della coppia, Francesca Dighera, che ammette che la mamma nell'ultimo periodo temesse Tarabella che si mostrava sempre più scontroso e chiuso in se stesso.
Tarabella sempre più isolato e scontroso
Nonostante i rapporti, secondo la donna, fossero apparentemente sereni, il pensionato avrebbe iniziato a covare del rancore in particolare nei confronti del papà che in passato era stato molto vicino al figlio disabile della coppia Wilson col quale trascorreva buona parte del suo tempo libero. Negli ultimi tempi però, da quando era diventato nonno, Osvaldo si era allontanato dalla famiglia travolto dal suo nuovo ruolo di nonno al quale si dedicava a pieno. Ma il pensiero nei confronti di quella famiglia era costante e a chi puntava il dito contro Tarabella per i suoi atteggiamenti, il vicino continuava a giustificarlo spiegando che andava compreso "perché è difficile vedere il tramonto della vita davanti a se e avere un figlio che da solo non può affrontare la quotidianità".
Il sindaco: Wilson usciva poco e il padre aveva deciso di non farlo seguire dai servizi sociali
Wilson si vedeva poco, faceva fatica a camminare e usciva poco. "Il padre aveva deciso di non farlo seguire più dai servizi sociali " , spiega il sindaco Alberto Rostagno, che ha proclamato lutto cittadino per domenica prossima. Anche la madre si vedeva sempre meno. Ora i carabinieri di Ivrea, coordinati dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando e dalla sostituta Lea Lamonaca, sono in attesa di avere le risposte sull'ora della morte e la dinamica dei fatti, grazie alle verifiche della Squadra investigazioni scientifiche e alle autopsie che saranno eseguite da Roberto Testi.