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Rischia la dialisi per una malattia congenita, la moglie gli dona il suo rene: la storia di Marco e Simona

Quando Marco Borsetti, 47enne toscano affetto da una patologia congenita ai reni, ha rischiato la dialisi, la moglie Simona Cavalletti non ci ha pensato due volte e ha deciso di donargli uno dei suoi. La storia arriva da Grosseto. Il trapianto è stato eseguito all’ospedale Careggi di Firenze, polo d’eccellenza nel campo: “Sono stati davvero unici”, ha raccontato Marco a Fanpage.it.
A cura di Eleonora Panseri
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Marco Borsetti e Simona Cavalletti, 46 e 43 anni, marito e moglie.
Marco Borsetti e Simona Cavalletti, 46 e 43 anni, marito e moglie.

"Non credevo che quanto successo avrebbe generato così tanto interesse". Lo dice sinceramente stupito Marco Borsetti, 47enne grossetano, che da una ventina di giorni sta vivendo con il rene della moglie Simona Cavalletti, 46 anni. Marco infatti soffre di una patologia genetica che colpisce i reni e stava rischiando la dialisi.

"Io sono nato con questa malattia, che si chiama ‘rene policistico dominante', mi è stata trasmessa: l'aveva prima mio nonno e poi mia mamma", ha spiegato a Fanpage.it. "Le cisti reniche, fino all'età di 30 anni, non mi avevano mai dato grandi problemi. Poi negli ultimi 12-13 anni ci sono stati lievi peggioramenti, anno dopo anno, fino arrivare al punto di dover iniziare una cura alimentare appropriata, senza proteine, per 3 anni. Di recente però ero al limite della dialisi, una cosa che avrei voluto evitare".

Da qui la decisione di mettersi in lista d'attesa per sottoporsi a un trapianto, che in Italia, racconta Marco, "dura dai 2 anni e mezzo fino ai 3. Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo perché ci ero già passato con mia madre. A quel punto mia moglie ha deciso di volermi donare il suo rene. Inizialmente contro la mia volontà, perché non ero d'accordo, avendo due bimbi piccoli (di 13 e 9 anni, ndr) avevo un po' di paura. Non tanto per me, ma per lei e i bambini".

"Simona è stata molto decisa, ha detto: ‘Facciamo gli esami per vedere se siamo compatibili', io convinto di non esserlo ho fatto tutte le analisi ed è risultata un'altissima percentuale di compatibilità tra noi due. Quindi abbiamo iniziato l'iter dei controlli e delle visite", ha aggiunto il 46enne. "Abbiamo scelto l'ospedale di Firenze perché è uno dei centri più rinomati anche a livello europeo, come ho potuto poi constatare perché sono stati davvero unici e non finiremo mai di ringraziarli".

Il 4 ottobre marito e moglie sono stati ricoverati nel reparto di Urologia del Careggi, e il giorno successivo sono stati operati. "Poi ci hanno divisi. Io sono andato in Nefrologia post-trapianto mentre lei è rimasta in Urologia. Mia moglie è uscita poco dopo, io sono stato dimesso dopo 10 giorni di degenza e di controlli, il 16. Lei ora fortunatamente potrà continuare a fare la sua vita come faceva prima, senza grandi restrizioni. Io dovrò invece fare un po' più d'attenzione".

"Al Careggi ho viste veramente tante coppie: mogli e mariti, fidanzati, genitori e figli. Sono rimasto meravigliato ma è stata una cosa davvero bella", ricorda Marco e conclude: "Vorrei ringraziare i nostri familiari e amici che ci sono stati vicini in questo momento e tutto il personale dell'ospedale Careggi di Firenze: i professionisti del reparto di Urologia, il primario Sergio Serni, il dottor Lorenzo Masieri, la dottoressa Aida Larti del reparto di Nefrologia e le persone che ci hanno assistito e si sono occupate di noi, dalla prima all'ultima".

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