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Rinviata la sentenza su sequestro e distruzione de Il Casalese, biografia non autorizzata di Nicola Cosentino [VIDEO]

Si deciderà il 24 aprile il destino della biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, leader del centrodestra campano da oltre quindici anni e colonna portante del berlusconismo in tutta Italia.
A cura di Alessio Viscardi
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L’ex sottosegretario del Governo Berlusconi e numero uno del Pdl in Campania indagato dai giudici napoletani per collusione con il clan dei Casalesi.

Rinviata al 24 aprile la decisione sul sequestro immediato e distruzione di tutte le copie de Il Casalese – ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro edito da Cento Autori – biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, ex-sottosegretario all'Economia con delega al Cipe del governo Berlusconi IV su cui pendono due richieste di arresto per associazione mafiosa con il clan camorristico dei Casalesi. La richiesta degli avvocati del fratello dell'Onorevole, Giovanni Cosentino, si aggiunge a una causa per diffamazione e dalla richiesta di risarcimento danni di 1,2 milioni di euro. Il libro è scritto da nove giornalisti campani e tratteggia l'affermazione politica di Cosentino, il potere economico della sua famiglia -esercitato dall'azienda capofila Aversana Petroli- e il declino in seguito alle elezioni comunali di Napoli nel 2011.

Durante una conferenza stampa alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri a Napoli, uno degli autori -Giuseppe Crimaldi- racconta un aneddoto strano relativo a delle lettere di diffida inviate dagli avvocati del querelante ad alcune associazioni che aveva messo in calendario la presentazione del volume. Uno dei destinatari di tali lettere è l'Onorevole Paniz (Pdl) che in una puntata di Piazzapulita e in una presentazione de Il Casalese aveva preso posizione in difesa dell'ex-sottosegretario Cosentino.

Il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, dopo aver rimarcato la solidarietà dell'amministrazione comunale agli autori, ricorda come l'Aversana Petroli non abbia pagato una multa di circa 3 milioni di euro -finita in prescrizione- mentre Maria Elena Stasi era prefetto di Caserta, successivamente fatta eleggere in Parlamento tra le fila del Pdl.

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