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Rincari sui raccordi: il Tar del Lazio dice no

Il Tar del Lazio ha annullato il decreto ministeriale che sanciva l’aumento dei pedaggi su strade che si interconnettono con autostrade.Soddisfatto il Presidente della Provincia di Roma Zingaretti.
A cura di Alfonso Biondi
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Pedaggio autostrada

Nel giorno in cui la Corte dei Conti sottolinea lo stato delle finanze pubbliche, il Tar del Lazio ha annullato il decreto ministeriale del 25 giugno 2010 che sanciva l'aumento delle tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell'Anas, compreso quindi il Grande Raccordo Anulare di Roma.

Nella sentenza dei giudici amministrativi della I sezione si legge che:

Non vi sarebbe la necessaria ed imprescindibile corrispondenza tra chi è tenuto al pagamento del pedaggio e quanti utilizzano le tratte di strada interessate dal provvedimento. La tariffa, al pari della tassa, è dovuta per la fruizione di un servizio a domanda individuale, secondo il principio del beneficio, in ragione del quale il pagamento è dovuto da chi riceve l'utilità, che si contrappone al criterio della capacità contributiva alla base del sistema delle imposte.

Nel caso di specie, la tariffa ha natura di corrispettivo per la fruizione di un servizio divisibile, sicché la stessa deve essere ontologicamente posta a carico del soggetto che fruisce del servizio, vale a dire dell'infrastruttura in gestione diretta Anas. Viceversa, la ricorrente ha fatto presente che, per otto stazioni di esazione che interferiscono sul territorio provinciale, non sussisterebbe la necessaria interconnessione con le tratte di strade in gestione diretta Anas soggette al nuovo pedaggio.

Sintetizziamo: il Tar ha ritenuto che il decreto non abbia tenuto conto di persone che, pur percorrendo le strade di interconnessione, non entrano in autostrada. E' questo, ad esempio il caso del Gra. Inoltre il provvedimento è stato assunto "in violazione delle norme comunitarie in materia". A fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale erano stati le Province di Roma, Ferrara, Firenze, Pescara, Rieti,; la regione Toscana, alcuni comuni del Lazio e il Movimento dei cittadini.

Molto soddisfatto il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che si era schierato subito contro questa "tassa iniqua"; per Zingaretti “è stata una vittoria dei cittadini contro un grave sopruso che avrebbe colpito in modo indiscriminato i lavoratori, il sistema delle imprese e gli studenti in un momento di grave crisi economica".

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