Rimuovete quel Prefetto. Tolleranza zero per i dirigenti inumani
Basta. Siamo un Paese che non può più permettersi di avere un pezzo di classe dirigente che si vanta della propria inumanità con questo atteggiamento saccente mentre ci vorrebbe convincere che essere buoni significhi essere deboli e che l'emergenza debba essere un condono per i razzisti. Basta con i falsari: quelli che lucrano sui costi dei migranti (che sono una briciola in mezzo alla vigliaccheria dei furbi evasori), basta con chi grida al delitto straniero mentre la mafia indigena ricicla i miliardi e nomina qualche Sottosegretario, basta con quelli che giudicano pigri le disgrazie degli altri con il naso che perde cocaina, basta con i "difensori dei nostri figli" che cavalcano di nascosto qualche fidanzata a noleggio, basta con i politici moralisti che hanno l'etica che è un cencio e basta soprattutto ai forti con i deboli. Basta.
Se davvero il Prefetto di Napoli ha preso provvedimento contro i profughi che hanno denunciato si prenda la responsabilità di dichiararsi vigliacco. Vigliacco della vigliaccheria dei codardi che ordinano il silenzio per nascondere i grumi senza sentire il bisogno di scioglierli, vigliacco dell'ordinarietà che c'è nell'essere trascinato dalla banalità della corrente volendone essere classe dirigente. Questo Paese non si può permettere oggi di avere inumani come classe dirigente: abbiamo troppi bisogni da coprire, troppe mani da aiutare, un Paese intero da rieducare.
In una democrazia non deve stare indietro nessuno, nessuno. Non lo dice una parte politica, non lo sostiene qualche associazione umanitaria: sta scritto nella Costituzione e in qualsiasi carta dei diritti dell'uomo delle più importanti organizzazioni mondiali; il resto è un provincialissimo grattino alla pancia dei semplici, un schiocchiezzaio di dirigenti che non dirigono ma servono il padrone di turno. Io di cuore mi auguro che il Prefetto di Napoli smentisca un'eventuale ritorsione contro i rifugiati contestatori ma, al di là di questo, mi auguro che davvero si argini un bullismo lessicale che viene sfoggiato come una virtù, mi auguro che si smetta (ma davvero) di concedere questo "favoreggiamento culturale alla disumanità" ai qualunquisti di qualsiasi colore.
Noi siamo un Paese che ha lasciato per terra morti per avere dei diritti e ha già disimparato che spesso i diritti sono quelli degli altri, degli ultimi: che garantire i bisogni è l'unico modo per non avere schiavi, per non essere schiavi e non diventare schiavi. Se le Prefetture sono avamposti del Governo nazionale allora pretendo che le Prefetture siano presidi della nostra Costituzione e che sentano forte il dovere di essere un'arteria vitale una per ogni provincia. Questo Paese ha avuto Carlo Alberto Dalla Chiesa come Prefetto: se lo ricordino i "camerieri" per convenienza.
Ogni diritto calpestato è un diritto mio. Condiviso ma anche mio. E la Prefettura ne è il custode, mica l'inserviente di qualcuno.