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Rimini, ospite 91enne di una casa di riposo muore in ospedale: la figlia lo scopre solo 8 giorni dopo

L’anziano era stato spostato da una struttura di Bellaria all’ospedale di Rimini senza avvisare la donna 60enne. Lo ha scoperto per caso e ora ha sporto denuncia per accertare eventuali responsabilità.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Un 91enne ospite dal 2021 in una casa di cura a Bellaria-Igea Marina è morto il 15 gennaio per arresto cardiaco all’ospedale di Rimini dove si trovava per svolgere accertamenti. Nessuno però avrebbe comunicato la notizia del decesso alla figlia 60enne, unica parente stretta, così nessuno dei parenti dell'anziano ha potuto raggiungerlo al capezzale.

La donna, residente a Cesenatico, lo ha saputo solo dopo 8 giorni, quando un’infermiera della stessa casa di cura in cui era ricoverato il 91enne ha chiamato la figlia chiedendole: "Come sta suo padre?". Solo allora la 60enne ha saputo del trasferimento del padre a Rimini e poi, con le informazioni raccolte dall’infermiera della struttura, della tragica morte del genitore. A darne notizia è Il Resto del Carlino.

La donna si è immediatamente recata dai carabinieri per sporgere denuncia, lo scorso 23 gennaio, con l'obiettivo di accertare eventuali responsabilità da parte della Rsa. "Mio padre non mi riconosceva più ed era sordo e non riuscivo a parlarci neanche per telefono – riferisce la figlia –. Per questi motivi mi ero accordata con la casa di cura affinché per qualsiasi problema mi avrebbero avvisato personalmente".

"Abbiamo lasciato all'autorità giudiziaria le eventuali ipotesi su cui basare un'indagine. I risvolti di questa vicenda potrebbero essere sia penali che civilistici con risarcimento del danno" ha dichiarato all'Ansa l'avvocato Angelo Soragni che segue la 69enne.

"Il paziente era ricoverato in una Rsa in provincia di Rimini dal 2021 – spiega ancora il legale della famiglia – Era stato trasferito in ospedale, ma nessuno ha avvisato la figlia che è venuta a conoscenza del decesso del padre solo otto giorni dopo". E conclude: "Assurdo pensare che non si possa dare una comunicazione tempestiva oggi con i mezzi di comunicazione che ci sono a disposizione".

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