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Rimini, manda al pedofilo la foto della figlia, poi si sente male: “Devo farmi curare”

Una guardia giurata è accusata di aver diffuso materiale pornografico in una rete di pedofili. I dettagli nella maxi inchiesta (‘Operazione Tor’) della Polizia postale che ha portato ad identificare una cinquantina di persone, tra cui una madre (poi arrestata) che abusava del figlio di 10 anni travestita da suora.
A cura di Biagio Chiariello
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Una ex guardia giurata di 45 anni è a processo davanti al Tribunale di Rimini, con l’accusa di avere diffuso materiale pedopornografico. Aveva inviato a un pedofilo la foto di sua figlia, e quello gli aveva restituito l’immagine della bambina ‘modificata’, al punto che lui stesso si era quasi sentito male. Solo a quel punto l’uomo ha avuto la forza di allontanarsi da quel mondo oscuro e perverso che vedeva come vittime i bambini.

A raccontarlo è il Resto Del Carlino, che riporta i dettagli della maxi inchiesta (‘Operazione Tor’) della Polizia postale su una rete di pedofili sul ‘deep web’. I primi a essere identificati erano stati una madre (poi arrestata) e il figlio di 10 anni, di cui abusava travestita da suora. Avvalendosi di agenti sotto copertura, gli inquirenti erano riusciti alla fine a ricostruire l’intero gruppo di ‘orchi’. Nella rete della Polizia postale, erano finite una cinquantina di persone.

Tra loro anche un riminese, in stretto contatto con uno degli arrestati – un piemontese. La casa dell’uomo è stata perquisita e gli agenti nel suo pc hanno trovate parecchie immagini pedopornografiche. La foto della figlia, per sua stessa ammissione, era stata invece inviata via mail a un altro del gruppo, il quale, appunto, gliela aveva restituita dopo avere fatto delle ‘modifiche’ scioccanti. Il riminese ha poi spiegato agli inquirenti di aver frequentato quell’universo parallelo per alcuni mesi. E solo dopo aver visto quell’immagine aberrante della figlia si è reso conto di avere un problema serio e ha cominciato un percorso terapeutico con uno psicologo che l’aveva aiutato a venirne fuori: è stato comunque rinviato a giudizio per diffusione di materiale pedopornografico e l’altro giorno si è aperto il processo che lo vede sul banco degli imputati. La sentenza è prevista per gennaio.

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