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Rimini, 14enne violentata da un educatore di Comunione e Liberazione e prof di religione

Il responsabile provinciale di Reggio Emilia di Gioventù Studentesca “Don Giussani” – associazione collegata a Comunione e Liberazione – è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su una ragazza di 14 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Il responsabile provinciale di Reggio Emilia di Gioventù Studentesca "Don Giussani" – associazione collegata a Comunione e Liberazione – è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale su una ragazza di 14 anni. Stando a quanto emerso nelle indagini l'uomo, mentre era in ritiro spirituale a Rimini in preparazione della Pasqua, avrebbe abusato della minorenne a lui affidata dai genitori. Il gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha firmato l'ordinanza cautelare in carcere in seguito alle indagini dei carabinieri della città romagnola, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Dal canto suo l'indagato si sarebbe definito "malato" e bisognoso di cure. Lo avrebbe detto al padre della vittima che aveva l'aveva affrontato poco prima che i militari di Rimini e Castelnuovo Monti lo arrestassero.

Stando a quanto emerso il 52enne in aprile era andato a Rimini con un gruppo di Gioventù studentesca. Lui stesso è membro dei Memores Domini, un'associazione laicale cattolica i cui membri dovrebbero rispettare i precetti di povertà, castità e obbedienza sotto l'egida del movimento. Fino a giugno l'indagato era anche insegnante di religione. Per questo era considerato una persona di "fiducia" per i genitori che gli avevano affidato i propri ragazzi per i ritiri spirituali.

È stato a Pasqua, al ritorno dal ritiro spirituale a Viserbella, frazione riminese, che i genitori della 14enne si sono accorti che qualcosa non andava. La ragazzina infatti era turbata: dalle "indagini" condotte dalla sorella era ben presto emersa la verità sotto forma di chat inequivocabili trovate sul cellulare della minorenne. I genitori si sono quindi presentati dai carabinieri per raccontare quello che avevano scoperto. L'episodio di Rimini è punto nevralgico dell'accusa. "Una sera ero turbata per una discussione che avevo avuto con un ragazzo…", ha raccontato la vittima alla sorella. Ed è stato in quel momento che l'educatore l'aveva invitata nella sua camera approfittando di quel momento di debolezza e convincendola ad avere un rapporto.

Il 23 maggio, anche in questo caso di ritorno da un'attività legata a Gioventù Studentesca "Don Giussani", il 52enne e la ragazzina avevano avuto un altro rapporto sessuale, in auto. La vittima aiutata dagli psicologi ha raccontato dei contatti, frequenti, iniziati a dicembre durante una vacanza del gruppo.

Il 52enne già sapeva di rischiare l'arresto tant'è che aveva assunto un avvocato per presentare istanze alle procure di Rimini e Reggio Emilia circa un fascicolo aperto a suo carico. Tuttavia non aveva avuto risposta positiva poiché la procura romagnola stava raccogliendo prove. Quelle che sono state ritenute schiaccianti e che hanno permesso il suo arresto.

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