Rigopiano, lettera di un pompiere a Francesca Bronzi: “Abbiamo fatto di tutto per salvare Stefano”
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Alla vigilia del terzo anniversario della tragedia di Rigopiano un vigile del fuoco, che ha preferiti non firmarsi con il chiaro intento di parlare non solo a nome suo, ma anche a quello dei suoi colleghi che in quei drammatici giorni erano a Farindola, ha scritto una lettera aperta a Francesca Bronzi, la 28enne abruzzese scampata alla tragedia e rimasta sepolta sotto le macerie dell’hotel Rigopiano per oltre 58 ore accanto al suo fidanzato Stefano Feniello che purtroppo però da quelle rovine non è mai più uscito vivo.
Francesca ciao, io sono un vigile del fuoco che ha lavorato a Rigopiano. Eravamo quelli che hanno lavorato quando in molti erano già convinti che fosse inutile fare sforzi. Io insieme a tanti miei colleghi invece abbiamo creduto fino all’ultimo di trovare qualcuno vivo, compreso il tuo uomo. Non vogliamo più sentirci ringraziare, abbiamo fatto il nostro lavoro e basta. Però mi ricordo perfettamente quanto ci arrivava dalle tue indicazioni, e non puoi avere idea di quanto abbiamo studiato e analizzato e poi infine lavorato come mai ho fatto nella mia vita per cercare e cercare, disperatamente.
Il vigile del fuoco continua:
Le indicazioni che ci arrivavano da te le abbiamo avute in testa per ore e ore e forse ancora oggi non ci hanno abbandonato del tutto. Abbiamo creato aperture in ogni punto per cercare, ci siamo incastrati in ogni buco facendo entrare i colleghi più minuti, ci siamo bloccati all’interno di punti dove si faceva fatica a respirare per quanto minuscoli erano gli spazi. Non siamo riusciti a trovarlo. Non possiamo dirti quanti di noi ti sono vicini e quanto avremmo fatto per estrarlo e per estrarre vivi tutti quelli che mancavano .
Ci dispiace.
Francesca Bronzi e Stefano Feniello erano arrivati il giorno prima all’Hotel di Farindola per festeggiare i 28 anni di lui e i loro cinque anni assieme. Come tutti gli altri ospiti della struttura quel 18 gennaio, terrorizzati dalle continue scosse di terremoto in Abruzzo, i due stavano attendendo che qualcuno liberasse la strada dalla neve per potersene tornare a casa.