Rigopiano, il cuoco sopravvissuto: “Viviamo ancora l’incubo, da allora mai più in vacanza”
Sono passati ormai tre anni da quel drammatico giorno, ma Giampiero Parete vive “ancora nel buio” di quegli istanti. Lui è il cuoco sopravvissuto insieme alla moglie Adriana e ai figli Ludovica e Gianfilippo, di 9 e 11 anni alla tragedia dell'hotel Rigopiano, che ha causato la morte di 29 persone. L’uomo ha deciso di raccontare la sua storia in un libro: “Da tutto quello che è successo spiega – ho imparato quanto è difficile svegliarsi ogni mattina oppressi dall'obbligo di ringraziare Dio, spaventati dalla prospettiva di incrociare lo sguardo di qualcuno che magari là sotto ci ha lasciato la madre o un figlio, oppure angosciati dall'unica vera domanda che continuo a farmi ogni volta che ripenso a quella montagna: perché noi?”.
“Da allora non abbiamo fatto più vacanze. Non ce la sentiamo. Sicuramente non andremo più a fare una settimana bianca […] I miei figli? La neve che prima amavano come tutti i bambini ora non la vogliono più vedere […] Quando ci è capitato di dover andare per qualche giorno fuori città, non in ferie, mi hanno chiesto ‘Papà, ma dobbiamo per forza andare in un albergo?’ ed ancora ‘Papà, ma sei sicuro che sia abbastanza resistente?’”.
Parete ammette che non è stato facile tornare alla quotidianità e che, insieme alla sua famiglia, sta seguendo un percorso terapeutico per superare il trauma: “Stiamo seguendo delle terapie. Siamo seguiti da uno psicologo […] Ogni mattina svegliandomi penso ai morti e mi chiedo perché siamo stati graziati noi”.
E sull’operato della giustizia in merito alla tragedia dell’hotel, Parete afferma:
“Sono fiducioso. Credo che la verità verrà fuori, anche se ci vorrà tempo. Credo nel lavoro degli inquirenti”.
E quella di domani non sarà una giornata normale: “La giornata che ha ci ha cambiato per sempre. Sarò di sicuro a Rigopiano per partecipare alla messa in ricordo delle 29 vittime, a cui il mio pensiero va costantemente”.