Rigopiano, Francesca Bronzi racconta: “E’ come se abbia portato a morire Stefano”
A quasi un mese da quel maledetto 18 gennaio, il giorno in cui una valanga si è abbattuta sull'Hotel Rigopiano di Farindola, Francesca Bronzi – la ragazza pescarese di Stefano Feniello, morto nella tragedia – racconta cosa ha provato in quei drammatici momenti. "Una parte di me è morta per sempre quel giorno. Se lui è morto, non mi sento fortunata ad essere stata salvata – dice al Messaggero -. Sto ancora troppo male per Stefano. Tenevo troppo a lui e al nostro rapporto. Proprio per rispetto suo, non mi sento di parlare a lungo di quanto accaduto. Quando sarò pronta, lo farò, ma ora no. Non è il momento".
Francesca Bronzi: "E' come se io stessa abbia portato a morire Stefano"
E' anche il senso di colpa a tormentare Francesca. Lei e Stefano, infatti, erano arrivati proprio quel giorno all'Hotel Rigopiano per festeggiare il compleanno di lui, 28 anni: "E' come se io stessa l’abbia portato a morire", racconta la ragazza. Poi è la volta del padre Gaetano: "Da una parte siamo felicissimi per averla potuta riabbracciare, di averla qui vicino a noi. Dall’altra io e mia moglie siamo quasi caduti in depressione nel vederla stare male. Il pensiero di Francesca è sempre rivolto a Stefano. Sta provando a reagire, ma è quasi sempre a casa. Se esce lo fa solo con me e la mamma o con qualche amica. Si sente spesso con i due fidanzatini di Giulianova, Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, che erano con lei sotto le macerie dell’albergo. Solo loro, in questo momento, forse possono capire un po’ di quello che sta provando. Con gli altri però non si sente di parlare, non vuole ricordare niente. Troppo dolore. Stanno cercando di aiutarla degli psicologi. Sta facendo un percorso terapeutico".
Come molti altri, il 18 gennaio Stefano e Francesca stavano aspettando di poter lasciare l'albergo nella hall: credevano che sarebbero tornati presto a casa dopo le scosse di terremoto e la copiosa e insolita nevicata degli ultimi giorni. Avevano lasciato le stanze e aspettavano l’arrivo dello spazzaneve. Gli adulti parlavano e bevevano qualcosa di caldo, mentre i bimbi giocavano nella sala biliardo, dove sono stati trovati, tutti vivi, dopo la valanga che ha spazzato via l'hotel.