Rigassificatore di Vado Ligure, la Regione Liguria dice no all’unanimità: vittoria dei comitati ambientali
Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all'unanimità una mozione firmata da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione contro il progetto di trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra da Piombino (Livorno) a Vado Ligure (Savona). Il documento impegna il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e la sua Giunta "a trasformare in atti concreti ed ufficiali della Regione Liguria le dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla collocazione del rigassificatore Golar Tundra nello specchio acqueo antistante Savona/Vado Ligure esprimendo nelle sedi più opportune le valutazioni su cui trova fondamento la propria contrarietà al fine di bloccare l'iter di trasferimento del suddetto impianto in Liguria".
La mozione, frutto della sintesi di due documenti portati in aula prima della pausa natalizia da Angelo Vaccarezza e Roberto Arboscello, ha ottenuto 30 voti favorevoli, compreso quello di Bucci. Unico assente in aula al momento del voto l’ex candidato presidente del centrosinistra Andrea Orlando. "Arrivare a un testo unico in Consiglio regionale è il risultato che la provincia di Savona aspettava – ha dichiarato Vaccarezza prima della votazione -. Questa mozione chiude la porta non solo al trasferimento della Golar Tundra oggi da qualsiasi parte sia, ma chiude la porta al trasferimento di qualsiasi rigassificatore nello specchio acqueo della Regione Liguria". A onor del vero il testo si riferisce solo alla nave rigassificatrice attualmente operativa a Piombino, senza entrare nel merito di scelte future.
"Lei oggi è investito di una grande responsabilità – ha detto Arboscello rivolgendosi al governatore Bucci -. Si mette un punto fermo politico in questo consiglio ma la partita non è chiusa del tutto, l’ultima parola spetta al governo. Il vero vincitore di questa vicenda è il territorio unito che si è speso un anno e mezzo per una battaglia giusta. Un ringraziamento a tutti coloro che si sono schierati contro una scelta scellerata". Di tutt'altro avviso il parere di Giovanni Toti, affidato a X: "Un miliardo e mezzo di euro in più. Tanto pagheranno le imprese italiane l’aumento del gas! Aspetto trepidante le proteste contro il caro bollette di chi manifesta contro rigassificatori, pale eoliche, dighe! Se protestare producesse calore, saremmo imbattibili!".
Una vittoria di comitati e associazioni
La lotta contro il rigassificatore di Vado Ligure ha visto impegnati negli ultimi anni, soprattutto a partire dal 2022, migliaia di cittadini e innumerevoli associazioni, a partire da Greenpeace e WWF. Oltre agli impatti dell'opera sulla salute umana in un territorio già fortemente inquinato – Vado Ligure è stata protagonista di un rilevante inquinamento ambientale provocato dall’esercizio della centrale a carbone di Tirreno Power – gli studi hanno fatto emergere possibili ricadute negative sull’habitat naturale e le specie protette, a partire dai cetacei che frequentano l'area interessata, oltre che sul turismo marittimo.
Forti timori dei cittadini erano inoltre legati alla sicurezza. I rigassificatori sono considerati infrastrutture critiche con un potenziale rischio di incidenti, come fughe di gas o esplosioni, anche se le tecnologie moderne minimizzano tali rischi. Molti attivisti hanno anche sostenuto in questi anni che si dovrebbero privilegiare fonti di energia rinnovabile invece di continuare a investire in combustibili fossili come il gas naturale, che comunque contribuiscono al cambiamento climatico.