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Rifugiati accolti in un convento di Trastevere, l’aveva auspicato il Papa

Qualche giorno fa il Papa, in visita al centro Astalli, ha chiesto che i conventi inutilizzati siano accessibili a chi soffre. È quel che accade in una struttura romana che ha aperto le sue porte agli immigrati e a chi ne ha bisogno.
A cura di Susanna Picone
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C’è un convento nel cuore di Trastevere, a Roma, che ha aperto le sue porte a quanti soffrono. È a disposizione dei profughi, dei rifugiati, proprio come ha chiesto Papa Francesco. Il Pontefice ha espresso qualche giorno fa, in visita al centro Astalli, il suo pensiero: dare ai rifugiati i conventi che non servono più alla Chiesa, quelli inutilizzati. Il convento di Trastevere di fra Domenico Domenici in passato ospitava frati che studiavano teologia: “La struttura – ha raccontato il frate all’Adnkronos – un tempo era abitata soltanto dai frati che venivano a Roma per studiare la teologia. Poi, nel tempo, la frequentazione è diminuita e si sono creati spazi vuoti all'interno del convento”.

Ed è così che hanno deciso di offrire il loro spazio ai profughi e a tutti coloro che vivono in condizioni difficili: “Molti dei nostri ospiti – racconta fra Domenico – sono immigrati, ma ci sono anche persone che hanno perso il lavoro e separati. La maggior parte sono profughi di Lampedusa e ora si è aggiunta l'emergenza dalla Siria”. Fra Domenico ha riflettuto sull’appello di Bergoglio e ha spiegato come l’integrazione sia un diritto: “Aprire le porte a chi soffre – dice fra Domenici – è un impegno di vita. Non si tratta soltanto di dare un tetto ai disperati. Significa mettere in discussione tutta la vita, modificandola".

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