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Riforma Gelmini, risarcimenti a 15 insegnanti: il Tribunale concede 500 mila euro

Quindici docenti precari riceveranno risarcimenti di 30 mila euro ciascuno. Per la prima volta lo Stato viene condannato per la violazione delle norme sui contratti degli insegnanti precari.
A cura di Alessio Viscardi
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Mariastella Gelmini

Il ministro dell'Istruzione si prepara ad affrontare centinaia di insegnanti che potrebbero fare ricorso contro la riforma Gelmini, dopo che quindici insegnanti si sono visti riconoscere dal Tribunale di Genova un risarcimento di 500 mila euro complessivi e dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato la norma sulle graduatorie. La sentenza di Genova è storica e potrebbe mettere fine al precariato nell'ambito scolastico. Fino a oggi, gli insegnanti precari potevano essere assunti con contratti stabiliti di anno in anno, invece i giudici del capoluogo ligure hanno stabilito che se lo stesso docente precario viene assunto per tre volte nel corso del tempo, per più di tre anni, si tratta di una collaborazione stabile e non può essere più applicato il contratto a termine.

Nelle aziende private è da tempo che i datori di lavoro vengono portati davanti al giudice per dirimere questioni simili, ma è la prima volta che lo Stato viene condannato per aver violato la legge allo stesso modo: ora quindici insegnanti dovranno ricevere un rimborso di 30 mila euro ciascuno. Vista la mole di precari nell'istruzione scolastica, il Ministero si prepara a centinaia di cause di lavoro ora che c'è un precedente.

10 mila posti vacanti assegnati a insegnanti precari e 120 mila supplenti all'anno, la sentenza del Tribunale di Genova dirime finalmente il conflitto tra la normativa europea e quella italiana sulle assunzioni a tempo determinato, introducendo l'obbligo di assunzione anche per il ministero.

Una sentenza importante, così viene accolta da Mimmo Pantaleo, segretario Flc Cgil: “É una sentenza molto importante, dopo il collegato lavoro abbiamo presentato oltre 40 mila ricorsi come questo sia sul versante dell’immissione in ruolo che per il riconoscimento delle carriere. Stiamo richiedendo da mesi un incontro al ministero per risolvere il problema dei precari senza ricorrere al giudice e a contenziosi infiniti, nella completa sordità del ministro”.

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