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Rifiutò di giurare sulla Costituzione, imam espulso. Alfano: “Motivi di sicurezza “

Il trentenne marocchino, residente in Italia da quando aveva 15 anni, è stato espulso perché dalle indagini avviate dalla Digos è emerso che l’uomo era radicalizzato e osservante della legge coranica più ortodossa.
A cura di C. M.
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Conferenza stampa di Angelino Alfano

Non aveva acconsentito a giurare sulla Costituzione italiana. Troppo distante dai suoi valori, Fagrouk Hmidane quindi si rifiutò di prestare giuramento e dopo quell'episodio la Digos avviò un'indagine e scoprì che l'uomo conduceva uno stile di vita integralista, che la moglie portava il niqab – il velo che lascia scoperti sono gli occhi – e che era di religione musulmana salafita e radicalizzato. Così, per questi motivi, le autorità italiane hanno proceduto con l'espulsione del trentenne marocchino, residente in Italia dal 1998. "Per motivi di sicurezza dello Stato. Il rifiuto di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana era maturato sulla base del convincimento secondo cui c’è piena incompatibilità tra l’osservanza dei precetti salafiti e la fedeltà alla Repubblica", ha dichiarato il ministro degli Interni Angelino Alfano annunciando l'espulsione dell'uomo. Dopo dieci di lavoro, nel 2013 Hmidane chiese la cittadinanza italiana, ma il giorno del giuramento decise di non presentarsi all'appuntamento e questo comportamento insospettì la polizia, tanto che poco tempo dopo iniziò a indagare sul suo conto.

"La nostra legislazione sarebbe portatrice di valori inaccettabili per un musulmano vero: un ‘insieme di peccati su peccati' come, per esempio, la parità di diritti tra uomo e donna", ha proseguito Alfano. Insomma, sarebbe stato a causa del disprezzo manifestato nei confronti dei valori fondanti della società italiana che il trentenne si sarebbe guadagnato il foglio di via per far ritorno al proprio Paese natale. Dalle indagini, inoltre, sarebbe emerso che l'uomo era un punto di riferimento della comunità musulmana di Treviso, città in cui risiedeva da molti anni con la moglie, e che risultava essere il responsabile sociale e imam supplente del Centro culturale islamico di via Pisa, "uno dei 26 esistenti in provincia ma soprattutto uno dei tre più radicali", ha dichiarato il capo della Digos trevigiana, Alessandro Tolloso.

Hmidane raggiunse l'Italia con il padre quando aveva 15 anni, ha studiato e si è diplomato all’Istituto tecnico e nello stesso anno ha iniziato a lavorare come elettricista per una piccola ditta che lo aveva assunto come operaio. "Persona seria e onesta, nessun problema in fabbrica. L'unica cosa che balzava all’occhio era il suo modo di vestire, troppo dimesso, con questi abiti lunghi e larghi. Gli abbiamo regalato anche delle polo ma non le ha mai messe. Negli ultimi tre, quattro anni si è progressivamente isolato dai colleghi seguendo sempre più alcune regole della sua religione. Si è fatto crescere la barba, non mangiava a pranzo con i colleghi, non faceva cene aziendali", ha raccontato Remo, uno dei tre titolari dell'azienda.

Dopo otto mesi di indagini, quindi, la Digos è arrivata a concludere che l'uomo si fosse nel frattempo radicalizzato, ovvero che fosse osservante della "sharia", la legge islamica più rigorosa, che lo avrebbe portato a imporre il niqab alla moglie e invitato i fedeli a imitarlo nel rifiuto della cittadinanza italiana e nel rispetto ortodosso del Corano. L'uomo, però, non avrebbe mai compiuto alcun reato, né proclamato vicinanza allo Stato Islamico o interesse per la Jihad. Nonostante questo, il questore sostiene che il trentenne "ha però dimostrato di essere ostile alle nostre tradizioni, alle nostre regole" e pertanto poteva costituire un pericolo per la comunità.

Non è dello stesso avviso il padre del ragazzo, che ha dichiarato: "Fagrouch è un puro, un osservante dell’Islam, non un terrorista. L’hanno portato via mentre andava al lavoro in bicicletta, non è giusto". Dello stesso parere anche Abderrahmane Kounti, storico mediatore culturale di Treviso: "Uomo innocuo e disinteressato alla diffusione dei modelli islamici".

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