Rifiutano vaccino covid, Rsa sospende 18 operatori no vax: restano senza stipendio
Stop ai no vax in corsia e nelle Rsa, 18 operatori socio-sanitari sono stati sospesi dal loro lavoro senza stipendio perché si sono rifiutati di sottoporsi a vaccino anti covid nonostante le sollecitazioni a vaccinarsi. È accaduto in Veneto dove la direzione di una grande struttura locale che raccoglie diverse case di cura per anziani ha deciso una azione drastica per evitare qualsiasi rischio di contagio interno. È stata una decisione “grave e di difficilissima adozione” ma necessaria perché avrebbero rappresentato una “possibile fonte di rischio” contagio, così la direzione della “Pia Opera Ciccarelli”, fondazione di San Giovanni Lupatoto, ha spiegato la scelta di sospensione il proprio gruppo di lavoratori.
“Chi ha deciso di non vaccinarsi costituisce una possibile fonte di rischio per la struttura in cui lavora”, ha spiegato la direttrice dell'organizzazione, Elisabetta Elio, sottolineando come il rischio di focolaio resta presente anche se gli anziani sono stati già vaccinati. “In alcune strutture per anziani, sia in altre province venete che nel Veronese, ci sono già stati focolai di contagio causati da lavoratori che non avevano voluto sottoporsi alla vaccinazione anticovid” ha aggiunto la direttrice. Del resto la Rsa ha aperto da poco le visite ai suoi ospiti dopo oltre un anno di lockdown ma solo per parenti vaccinati
La struttura ha agito in base alla nuova normativa in materia introdotta dal Decreto legge del primo aprile che prevede l’obbligo vaccinale per medici, infermieri e operatori socio sanitari sia in ospedale che nelle Rsa. La stessa decisione in questi giorni è arrivata anche per altri sanitari no vax da nord a sud. In questi giorni infatti stanno scadendo gli ultimatum di un mese inviati a molti sanitari per invitarli vaccinarsi al più presto e per chi non ha risposto sono scattati i primi provvedimenti. In settimana provvedimento di sospensione ad esempio è arrivato anche per un infermiere non vaccinato dell'ospedale Perrino di Brindisi che con altri quattro colleghi era stato diffidato dall’Asl di appartenenza.