Rifiuta il matrimonio combinato, viene perseguitata e picchiata dal padre per due anni

Anni di vessazioni e violenze per aver rifiutato di sposare un uomo che la famiglia aveva scelto per lei. E' la storia di una diciottenne pakistana, residente in Italia da quasi un decennio, che all'incirca due anni fa è stata coinvolta in quello che si potrebbe definire un matrimonio combinato. La famiglia della ragazza premeva perché sposasse un ricco connazionale di 22 anni e quando la proposta di matrimonio ha ricevuto un secco rifiuto da parte della futura sposa, il padre ha iniziato a vessarla ripetutamente, come fosse una sorta di punizione perpetua. A seguito di una denuncia presentata dalla stessa vittima nel 2014, all'età di 16 anni, la Procura di Vicenza ha avviato le indagini, chiuse in questi giorni.

Secondo l'ipotesi d'accusa, il padre della ragazza, un operaio di 41 anni di origine pakistana, avrebbe ripetutamente maltrattato la figlia a causa del rifiuto a sposare un connazionale di 4 anni più grande, amico di famiglia, mai visto prima dalla ragazza e residente in Pakistan. In seguito al diniego e all'annullamento delle nozze, la ragazza è stata privata del cellulare, del pc di famiglia, di internet e praticamente rinchiusa in casa. Stando alle dichiarazioni della vittima, la ragazza sarebbe anche stata ripetutamente picchiata. Una volta raggiunta la maggiore età, la diciottenne è andata via di casa, ospitata da una parente e non ha più fatto ritorno dalla propria famiglia. Al momento gli inquirenti attendono di poter interrogare la ragazza e il padre indagato, per poter fare luce sulla vicenda.